A sei anni di distanza, i veronesi
Shelter of Leech possono dare un seguito al loro album d’esordio omonimo. Questo secondo capitolo viene pubblicato dalla Kreative Klan Rec., nuova label italiana interessata a dare spazio alle piccole realtà heavy nazionali. Nel presente caso si tratta di stile moderno e poderoso, sul genere System of a Down, Korn, fino ad arrivare al thrash feroce dei Pantera. Dunque un lavoro che vive di accesi contrasti tra parti violente, rabbiose e “bombastiche” e momenti più riflessivi ed accessibili.
Il tutto sotto forma di concept-album, che immagina un desolato futuro post-nucleare dove scampoli di umanità sopravvivono privi di ogni speranza, metafora dell’alienante società attuale.
Troviamo canzoni ben equilibrate tra grande potenza metallica e melodie tese ed evocative, come l’iniziale “Every” e la trascinante “Golden age”, che mi hanno ricordato i tedeschi Undertow, ascoltati di recente. Forte impatto tellurico per “K.o.” e “To you”, dall’incedere muscolare e rockeggiante, mentre emerge una dimensione meno serrata in episodi quali “Fix me” o “State of grace”, dove si colgono cenni di malinconia ispirati ai Tool.
Altri brani si pongono a metà strada, non sempre con esiti brillanti, vedi il finale un po’spento affidato all’esile strumentale “Molly & Cindy” che sfocia nella uggiosa ballata “Seven candles”.
Comunque la formazione veneta ci mette convinzione, passione e capacità di interpretare con serietà il genere scelto. Lo sviluppo dei brani risente ancora in modo sensibile delle fonti d’ispirazione, ma il risultato rimane dignitoso. In futuro, con un pizzico di maggiore personalità, gli Shelter of Leech potrebbero ottenere quel salto di qualità che pare alla loro portata.
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