Sono passati cinque lunghi anni dall'ultimo disco del terzetto Svedese che risponde al nome di
Skyshaper, e in quell'occasione il gruppo espresse un potenziale creativo degno di nota, dando alle stampe un album potente e al tempo stesso mai cafone, un Future Pop/EBM/Electro misurato e ricco di personalità. Un lustro è tanto e può succedere di tutto, ecco perchè nell'ambiente c'era tanta curiosità per questo nuovo cd intitolato
Modern Ruin e adesso si può tranquillamente dire che i Covenant malgrado il tempo passato sono ancora ludici e pronti a coinvolgere l'ascoltatore. Il disco nel suo insieme si ascolta con facilità ma è con i successivi ascolti che si scoprono nuovi dettagli e nuove sfumature. Non è stata persa quella vena malinconica che da sempre distingue il loro stile, magari adesso è meno palese e più sfumata, eppure in canzoni come Lightbringer, Judge Of My Domain e Worlds Collide (ma la lista è molto più lunga) i Covenant riescono a bilanciare con parsimonia un beat da dancefloor e arrangiamenti ricercati che attingono dalla scuola Electro Pop. Ovviamente nemmeno a dirlo le melodie sono vincenti e orecchiabili al punto giusto, e anche se ormai il trademark è quello fa sempre piacere essere avvolti da ritornelli sintetici e freddi, ma non noiosi. Più passano gli anni e più questo terzetto sembra riuscire a solidificare uno stile che invecchiando come il vino acquista in maturità e personalità. I fans dei Covenant non rimarranno delusi, anzi, sarà l'ennesima occasione per rinnovare un rapporto di fedeltà che dura da molti anni.
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