Ve l’avevo detto.A due anni dal Promo 2009, che già aveva lasciato presagire, nonostante il suo scarso minutaggio, la presenza di una realtà musicale convincente e promettente, i piemontesi Odd Dimension arrivano al debutto sulla lunga distanza, e lo fanno col botto. Accasatisi presso Scarlet Records, i nostri eroi pubblicano un debut intitolato “
Symmetrical” che non fa che confermare ed amplificare le buone sensazioni ricavate dall’ascolto del demo di un paio d’anni fa.
Sette brani, intricatissimi, puro prog-metal alla Dream Theater, ma con il magico ingrediente che manca a moltissime band alle prime armi: Personalità. Si, perché questi ragazzi hanno davvero trovato la ricetta perfetta per riuscire a coniugare amore per la loro musica preferita, tecnica strumentale eccelsa e gusto personale, riuscendo ad incanalare nelle sette tracce qui proposte un pacchetto sonoro che ha davvero pochi difetti.
I tre brani del demo diventano così le tracce 1, 2 e 7 di “Symmetrical”, seppur rielaborate, e dotate di un arrangiamento sopraffino, in tutto bagnato in una produzione potente e cristallina (l’album è stato mixato ai Thin Ice Studios di Londra da Karl Groom, chitarrista dei Threshold; la copertina, e si vede, è opera invece del brasiliano Gustavo Sazes, già al lavoro con Angra, Firewind ed altri). Brani ovviamente molto lunghi, che hanno la loro massima fruibilità in un ascolto tranquillo e concentrato; la poca immediatezza non tragga in inganno, perché in questo caso è solo uno dei pregi di questi pezzi, che godono di partiture intricate, di moltissimi ‘strati’ musicali, sui quali svetta la voce di Manuel, sorta di ibrido tra il nostrano Fabio Lione e Ray Alder. Sono proprio i Fates Warning il miglior termine di paragone per gli Odd Dimension, visto che i ragazzi alessandrini conservano quel gusto di coniugare con intelligenza potenza, tecnica e momenti dolci, rarefatti, quasi obbligati nel loro voler assecondare il dipanarsi della matassa lirica. Esempio perfetto e vera summa artistica di questo album è, a giudizio di chi scrive, “
Another Shore”, brano semplicemente perfetto in cui il cervellotico incedere delle partiture si sposa alla perfezione con una delicatezza ed un tocco, nell’intermezzo, da applausi, per poi riprendere con rinnovato vigore (e con l’apparizione a sorpresa di voci mefistofeliche che spostano la storia un gradino più su). Citare brani, in un lavoro come “Symmetrical” è riduttivo ed arduo, in quanto tutti e sette i pezzi sono piccole città, abitate da migliaia di note, ognuna con una sua dignità, con lavori e mansioni diverse, ma tutte funzionali al benessere della collettività. Se proprio devo, dò la mia stellina dorata a “
Light Speed journey”, arioso pomp metal all’inizio, riffone quadrato e massiccio subito dopo, brano cantabile e contagioso nel suo corpo centrale, e splendida esibizione di talento strumentale ad ogni pié sospinto. E che dire di una “
The Ecstasy of Hopes” che mi ha fatto pensare a “Communion and the Oracle” dei Symphony X, per struttura e caratura… Ecco, alla fine ci sono cascato e ho fatto le citazioni. Sappiate però, a loro discolpa, che i brani non nominati non hanno assolutamente niente da invidiare ai loro ‘fratelli’. Questo è un grande debut album, da parte di una grande band. E sapere che sono italiani mi fa solo gonfiare il petto di orgoglio. Uno a zero e palla al centro.