"Average Kid" apre in maniera decisa, molto punkegiante, il secondo album degli Snowdogs, un trio formato dai due fratelli Leppanen, finlandesi di nascita ma di stanza in Inghilterra, e del batterista americano Benjy Reid. Non mollano del tutto il tiro, ma non reggono il confronto con l'opener, le due tracce successive. Lo stesso non si può dire invece per "Freedom For Everyone", ecco che qua, un album partito con il piede giusto comincia a mostrare la corda, alla ricerca di strade alternative, verso sonorità più Pop. "Million Pieces" ha qualcosa (ma non troppo) dei Clash, "End of the World" ha nelle chitarre qualcosa dei R.E.M. (ed ancora di più lo fa "Lotta Lost Time") mentre "Hour of Sunshine" si rivela nientemeno che un pezzo Ska. Significativa anche la scelta della cover inclusa sull'album, "Boy in the Bubble" di Paul Simon, un bel brano con tanto di assolo di una slide guitar, ma lo volete mettere con il riprendere un pezzo dei Bad Religion! Brillante e perfetta per il contesto la produzione di Steve Brown (tra gli altri al lavoro con Manic Street Preachers e Wham) che riesce a tenere le file alla varietà e alle divagazioni musicali degli Snowdogs. Un album poco impegnativo e gradibile per coloro i quali ascoltano tranquillamente gruppi come i The Offspring, The Presidents o i Blink182, quindi terreno ostico per i "metallari". Magari strapperanno consensi entusiastici e scaleranno le chart internazionali (dubito in Italia!), personalmente non mi arrischio oltre ad un neutrale e disinteressato "senza valutazione".
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