Dopo tre demo anche i partenopei
Last Frontier tentano l'azzardo e decidono di esordire sulla lunga distanza con un album autoprodotto intitolato
Apocalypse Machine. Purtroppo i risultati non sono quelli sperati e tutto questo è imputabile a diverse motivazioni. La prima è la durata della canzoni che si assesta sempre sopra i sei minuti di durata, sfiorando gli undici nella conclusiva The Time Of The Ancients, ma ovviamente non è questo il problema, semmai è la qualità stessa del songwriting, che spesso risulta troppo superficiale e approssimativo, elementi che se abbinati alla durata di cui sopra rende l'ascolto difficile e poco coinvolgente. Stilisticamente parlando i Last Frontier suonano un Heavy Metal tutto sommato classico e con una vena "progressiva" che rimanda agli ultimi Iron Maiden. Ovviamente in un disco che dura quasi un'ora ci sono buoni spunti, purtroppo molto isolati, come nel caso di Summoning Armageddon dove la band sembra più lucida e cosciente dei propri mezzi. Il vero difetto di questo album è che poteva essere più conciso, quasi tutte le canzoni potevano durare almeno la metà della loro durata attuale e rendere decisamente meglio. Da rivedere anche la produzione ma in questo caso non è una colpa se si hanno pochi mezzi economici a disposizione; gli studi di registrazione non te li regala nessuno. Sintesi e approfondimento, questo è quello che manca ai Last Frontier, vediamo cosa gli riserverà il futuro.
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