La bella rullata smaccatamente thrash che apre "Apotheosis" è il primo contatto con l'esordio dei
Deathfist, quartetto tedesco che, come sempre più spesso sta avvenendo, getta il proprio sguardo nella spirale tentatrice del Thrash Metal d'annata, nel caso direi sopratutto vecchi Destruction, Sodom, Exodus o Slayer, anche se la presenza di una vocalist femminile, Corinna Becker, potrebbe far pensare agli Holy Moses di Sabina Classen.
Formatisi solo nel 2008, i Deathfist, presentano nelle proprie file musicisti che hanno comunque già dei trascorsi, dato che sono stati fondati dal chitarrista Markus Wichmann e dalla già citata Corinna, dopo la loro uscita dai Mortal Remains, mentre al basso troviamo Martin Bastian (per lui esperienze con Metalucifer e Metal Inquisitor) ed a completare la line-up il batterista Jan Luchtenberg (Lindisfarne).
Ma, come già espresso qualche riga più sopra, i veri
trascorsi dei Deathfist sono quelli che recuperano dai migliori esponenti del genere, sebbene "Too Hot to Burn" non ne raggiunga gli stessi risultati, limitandosi a replicare, per quanto con energia e convinzione, cose già sentite e risentite più volte.
E così diversi brani, come ad esempio "Slay Her" (un titolo una garanzia), "Too Hot to Burn" (con un passo spedito che mi ha ricordato gli Indestroy) e "Booze Brigade", aggrediti con convinzione e rabbia da una Corinna Becker a metà tra Schmier e la Classen, tengono a galla un esordio, uscito su CD per la Pure Steel ed in vinile grazie alla High Roller, che da solo non si regge ancora sulle proprie gambe.
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