I
Pale Chalice sono l’ennesima prova che il paradigma stilistico norvegese è stato perfettamente assimilato anche oltreoceano, e se alcuni se ne sono appropriati per poi rimodellarlo in chiave assolutamente personale (WITTR e Nachtmystium, giusto per fare due nomi venuti alla ribalta negli ultimi anni), altri hanno evidentemente scelto la via più semplice e, in questo EP di debutto, il quintetto di San Francisco si muove con gran dimestichezza su schemi piuttosto prevedibili sia dal punto di vista strutturale che vocale.
Alternando i furiosi blastbeat del brano di apertura ai passaggi più cadenzati della seconda traccia, accompagnati a seconda del caso da un riffing veloce e graffiante o più lento e ossessivo, i quattro brani trasudano un Black metal intransigente e brutale, scandito da un cantato sempre abrasivo e malsano. La sottile impersonalità compositiva viene fortunatamente mitigata da un buon livello esecutivo e una produzione incisiva, fattori che insinuano il dubbio che la band possa di fatto aver operato una scelta stilistica ben precisa e non essersi abbandonata ad una sorta di pigrizia compositiva. Il rischio latente nel ripercorrere sentieri già battuti è quello di essere forzatamente messi a confronto con chi queste coordinate le ha tracciate in origine, e il paragone coi numi tutelari del genere (su tutti, in questo caso, i Gorgoroth) ridimensiona forzatamente un disco come questo.
Afflicting the Dichotomy of Trepid Creation, nonostante il titolo altisonante, è solo un discreto antipasto, in previsione di un full length che dovrà necessariamente stabilire il valore effettivo del gruppo, ed eventualmente proporre uno stile più personale.
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