LO ODIO! Chris Catena, il mio quasi omonimo è riuscito a fare il disco che voglio fare da quindici anni.
Ho ricevuto il promo e l'ho ascoltato ben tre volte di seguito cercando di trovare la pecca. Ebbene, non l'ho trovata.
Questo disco è ben registrato, le composizioni sono ottime, le covers azzeccate, il cantato ben eseguito e i musicisti...va beh...mi permetto di criticare gente che ha suonato con Whitesnake, Kiss, Deep Purple, Santana ecc???
Comunque "Freak Out!" (questo è il titolo) è un ottimo disco di hard-rock come piace a me, con influenze anni '70, ma anche anni '80...ma anche suoni moderni, insomma Chris Catena può piacere a chiunque ascolti hard-rock dagli anni '70 ai giorni nostri.
Ma veniamo all'ascolto del disco (anche se la copertina è del mitico Derek Riggs) che parte con "Crazy Man", dove vediamo il giapponese Kelly Simonz alla chitarra, l'ex tastierista dei Ring Of Fire Vitalij Kuprij e il batterista dei Whitesnake (e di molti altri) Tommy Aldridge.
Quello che noto da subito è una compattezza di suono che difficilmente si sente nei dischi italiani e una pulizia nelle esecuzioni che non sentivo da parecchio. Segue il singolo apri-pista "Freak Out Tonight" dove Catena duetta nientepopodimenoche con sua maestà Glenn Hughes e la cosa grave è che gli tiene pure testa!!!!Ad accompagnare il duo vediamo il chitarrista ex-Kiss Bruce Kulick, il bassista Tony Franklin e molti bravi musicisti nostrani come Marko Pavic (beh...lui è di "importazione" ed è magnifico!!!). "Hey Man" è una delle mie canzoni preferite con un inizio di chitarra (di Stevie Salas credo) moderno e intrigante e un'interpretazione di Catena vicino al migliore Hughes ma mantenendo comunque un tono personale. "Lady Starlight" è invece una canzone molto Whitesnake vecchio stile con infatti Bernie Marsden alla chitarra che condisce il tutto con il suo particolare tocco che ha donato a Coverdale i dischi migliori del Serpente Bianco negli anni che furono.
"Desire" mi riporta all'adolescenza leggendo che ci sono Stevie Ferrone e John Taylor come guests, ossia due che hanno suonato nella mia pop band preferita di sempre, i Duran Duran!!!La chitarra funkeggiante molto seventies invece mi fa immaginare Starsky&Hutch a bordo della loro Ford Grand Torino rossa con la striscia bianca e non è poco!!!
Segue "Take me away" con un inizio da brivido di hammond da parte del francese Vivien Lalu e di nuovo un Chris Catena sopra gli scudi con una bella interpretazione vocale. "To a friend" è molto soft, dolce e basta la voce di Catena ad esprimere emozioni particolarmente sentite.
"What you gonna do when your love is gone" invece ospita mr. Jeff Scott Soto (per chi non lo sapesse, ex-Malmsteen, Talisman, ecc) che duetta con Catena dimostrando di possedere una voce molto blueseggiante e nera. "Sweet Talker", qui mi sono fermato un secondo. Ehi, ma è un pezzo dei Whitesnake, precisamente da "Ready 'n willing" del 1980. E chi ci mette a suonare Catena, l'accoppiata Moody/Marsden che ha reso famoso quel pezzo al fianco di Coverdale e una sezione ritmica comprendente l'ex-House of Lords Chuck Wright e l'ex-Kiss Eric Singer.
Ora, non posso dire che Catena la canti come David Coverdale (perchè non lo direi nemmeno di Jorn Lande ^-^), ma la sua interpretazione è ottima senza nemmeno lontanamente cercare di copiare Coverdale e mantenendo invece il proprio timbro con il quale canta su tutto il cd.
"Don't Stop Runnin'" è molto '80s mentre "Follow me" ha quel tono blues che era tipico dei compianti Badlands. "Gimme your love" è di nuovo molto Whitesnake old style e "Gettin' tighter" (cover dei Deep Purple di "Come Taste the band") ci porta ad ascoltare un ottimo Virgil Donati alla batteria (e per una volta non ipervirtuoso come ci ha abituati a sentire per esempio con i Ring Of Fire) e Chris che non fa rimpiangere la versione originale. "The stronger you are, the harder you fall" e "It's a long way to go" chiudono questo album che ci fa sognare per oltre un'ora.
La cosa buona è che gli ospiti ci sono e pure tanti, ma il disco rimane di Chris Catena che non viene affatto sottomesso da nomi grossi e con un curriculum da paura. Rimane un disco di un ottimo cantante italiano come non sentivo dai tempi di Elio Maugeri degli Elektradrive che ha saputo comporre e realizzare quello che molti da anni tentato di fare...un buon album di hard-rock.
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