Copertina 7

Info

Anno di uscita:2005
Durata:51 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. MY WORLD
  2. NOT JUST ANYONE
  3. FOOLING MYSELF AGAIN
  4. ORDINARY MAN
  5. ALL IN A CRIME
  6. WHAT'S YOURS IS MINE...
  7. CATCH 22
  8. SILENCE
  9. YOUNG
  10. CHANGE MY LIFE
  11. GET OFF THE DIME
  12. 'TIL I KNOW

Line up

  • Roberto Tiranti: vocals
  • Alessandro De Rosso: guitars, keyboards
  • Mauro Castellani: bass
  • Dave Fini: drums

Voto medio utenti

“Headrush” è il nome del nuovo progetto di Alex De Rosso, uno dei più apprezzati virtuosi delle sei corde a cui il suolo italico abbia dato i natali negli ultimi anni. Il talento di Alex ha ricevuto numerosi consensi anche al di fuori dell'Italia, basti pensare che lo stesso Don Dokken lo scelse come live guitarist per la sua band, e la militanza di De Rosso nei ranghi dei Dokken durò diversi mesi. Purtroppo anche il più dolce dei sogni è destinato a morire con le prime luci dell'alba, e così Alex, a pochi mesi di distanza dal convincente progetto Shadows Fade con Kevin Chalfant, torna sulle scene con un nuovo disco ed una nuova collaborazione con un grande cantante, che magari non potrà vantare il pedigree di Chalfant, ma che in quanto a talento non è davvero secondo a nessuno: Roberto Tiranti, che la maggior parte degli appassionati conoscerà più per le sue esperienze coi Labyrinth che per le sue numerose esperienze in campo Hard Rock. Roberto non è certamente nuovo a queste sonorità, e anche il suo background musicale dimostra una grande passione per i grandi gruppi della scena Hard Rock degli ultimi decenni. Da due musicisti di questa fama sarebbe lecito aspettarsi un lavoro coi controfiocchi, e da questo punto di vista “Headrush” non delude certo le alte aspettative. Un onesto e godibilissimo disco di Hard Rock sulla scia di Dokken e Firehouse, dodici composizioni lineari ed estremamente catchy in cui la voce di Tiranti è libera di esprimere al meglio la sua invidiabile carica melodica, forse l'elemento più appagante della timbrica del singer nostrano. A onor del vero il disco non è esente da pecche: benché il guitar work di De Rosso sia pregevolissimo, la produzione manca leggermente di incisività e questo penalizza soprattutto l'energia sprigionata dal platter. Inoltre alcuni episodi (“Catch 22”, “Fooling Myself Again”) sono un po' troppo scolastici e prevedibili... ma canzoni come “My World”, “Ordinary Man” e “All in a Crime” sono delle vere e proprie gemme di Hard Rock melodico, capaci di far breccia anche nel cuore del Rocker più smaliziato.
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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