Gli Occult sono uno di quei gruppi che potenzialmente avrebbero potuto fare il botto, ma che per qualche motivo (interno o esterno) sono sempre rimasti confinati alla limitata cerchia degli affezionati. La doppia ristampa della Painkiller Records intende proprio restituire dignità a due lavori ormai introvabili ma che a metà degli anni '90 hanno - a detta della label - fatto la storia della scena black/thrash. In particolare troviamo il debutto "Prepare To Meet Thy Doom" del 1994, il seguito "The Enemy Within" del 1995 e nell'appendice la studio demo del 1993. Il primo album è più grezzo e diretto, in pieno stile black thrash teutonico: ai riff corposi e massicci dell'unica chitarra si unisce la voce grezza e tagliente di Maurice (resa così particolare all'epoca da un'infezione alla gola del vocalist). In qualche episodio possiamo anche notare rimtiche più minimaliste (leggi bicordi), di chiara derivazione norvegese, ma generalmente le coordinate dell'album non variano più di tanto. L'episodio più convincente è la title-track, che inizia addirittura con un assolo di tastiera: drumming serrato, un riff molto bello ripetuto quanto serve e un'atmosfera generale di buona fattura. Il secondo album è però decisamente più interessante, grazie anche all'aggiunta della female growler Rachel (ora nei Sinister), antenata di tutte le odierne Angela Gossow, e di un secondo chitarrista. Lasciate da parte le ultime influenze black metal, tranne quelle della voce, il gruppo migliora molto tecnicamente proponendo stavolta un thrash senza compromessi, a volte diretto e a volte più intricato. Chiara l'ispirazione tratta dalle band più talentuose del momento, come i Pestilence di "Consuming Impulse". Cosa strana, anche in questo caso la traccia migliore è la quinta: "Twisted Words" gode di un'ottimo riffing delle due chitarre accompagnate da un basso continuamente pulsante e da alcune parti di voce pulita femminile che forse all'epoca potevano anche un pò stupire. Chiude il secondo cd la studio demo del 1993, davvero niente di cui andare fieri. Di per se questa re-release rappresenta un ottimo modo per far conoscere ai fan della band i primi lavori ormai introvabili, ma... dove sono i fan della band? Per fare un esempio, durante l'ormai decennale carriera atristica gli Occult hanno suonato con Marduk, Immortal, Cradle Of Filth, Satyricon, Dimmu Borgir, ma la differenza è che questi sono gruppi che sono arrivati da qualche parte. Gli Occult forse hanno avuto minore fortuna, forse non sono stati altrettanto bravi, forse hanno anche sbagliato a non seguire la direzione più tecnica che si vantano di aver evitato cacciando il chitarrista Leon. Ma rimane il fatto che i due album qui contenuti terribilmente spronfondano nella mediocrità, cosa che ne riduce l'acquisto davvero ai soli affezionati della band.
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