Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:46 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE SECOND GREAT AWAKENING (INTRO)
  2. KING
  3. THE SINNER
  4. MASTER OF NONE
  5. DAUGHTER OF THE DAMNED
  6. FLATLINE
  7. IN THE MOURNING
  8. HE WHO KILLS
  9. ROLLIN’ ON
  10. CHOKER
  11. MAIDENS OF VENUS
  12. DARK DESCEND (BONUS TRACK)

Line up

  • Rev. James A. Rota II: vocals, guitar
  • Emily Burton: guitar
  • Janis Tanaka: bass
  • John Oreshnick: drums

Voto medio utenti

I Fireball Ministry sono una simpatica e genuina formazione hard’n’heavy che pratica lo stile della nuova generazione di rock bands Statunitensi, quelle che per comodità giornalistica vengono collocate nell’area stoner.
Per intenderci, questi Californiani non hanno praticamente nulla di desertico-kyussiano mentre sono vicini alla solida proposta di gente come Raging Slab, Gideon Smith & the Dixie Damned, Puny Human, Roadsaw, Dixie Witch, con un tiro casomai meno pesante rispetto ai gruppi citati.
Indubbiamente l’esuberante leader James Rota II, che da tempo si è autonominato Reverendo della Chiesa del Rock’n’Roll, ha messo a segno il colpo della vita pilotando il suo piccolo schieramento nella scuderia Nuclear Blast, forse un po’ preoccupata di vedere etichette concorrenti accaparrarsi il meglio della piazza stoner, sempre meno nicchia e più trend negli ultimi tempi. Adesso finalmente chi vuole acquistare il presente “The second great awakening” non avrà le difficoltà che ho trovato io quando chiedevo ai negozi specializzati il loro “Ou est la rock?” (1999 per Bong Load) ricevendo in cambio soltanto sguardi smarriti e totalmente ignari.
Sono stati anche discretamente furbi i Fireball, visto che per il debutto sulla nuova label hanno messo insieme un misto di nuove canzoni e di brani già pubblicati sul precedente “Fmep”, uscito nel 2001 per Small Stone.
Quindi chi li segue dall’inizio con questo album si prende anche un po’ di roba già sentita, per la precisione “King”,”Choker” e “Maidens of Venus”. Oltretutto queste sono tra gli episodi migliori del lavoro, in particolare la cadenzata e doomeggiante “Choker” ormai consolidato cavallo di battaglia del gruppo.
Per il resto tanti tempi medio-lenti massicci, riffs affilati ed asciutti, riferimenti al metal primi anni ’80, la buona voce pulita e matura di Rota, ed una gradevole doppia presenza femminile nella line-up sul tipo Nashville Pussy ma meno volgare, i punti di forza dei Fireball Ministry e del loro sound schietto, diretto ed essenziale.
Oltre alle canzoni citate, segnalo la grintosa e tirata “Rollin’ on”, il metal pacato “The sinner” e l’orecchiabile “Flatline” della quale è stato prodotto anche un video.
Difetto principale del disco la troppa uniformità, una scarsa versatilità negli schemi che gioca a sfavore del quartetto. Pur mettendo in mostra grande compattezza rock e buon fiuto melodico, diversi brani finiscono per assomigliarsi troppo e generare il sospetto che Rota e compagni abbiano poche frecce al loro arco.
Vedremo in futuro se lo stimolo di essere usciti dalle label di nicchia farà crescere ulteriormente questa discreta formazione.
Per il momento il loro album è roba per amanti del settore, ed anche in questo campo ultimamente è uscito di meglio.

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