Copertina 9

Info

Anno di uscita:2011
Durata:64 min.
Etichetta:Frontiers Records
Distribuzione:Frontiers Records

Tracklist

  1. STEAL YOUR HEART AWAY
  2. ALL OUT OF LUCK
  3. LOVE WILL SET YOU FREE
  4. EASIER SAID THAN DONE
  5. TELL ME HOW
  6. I NEED YOU (SHINE A LIGHT)
  7. ONE OF THESE DAYS
  8. LOVE AND TREAT ME RIGHT
  9. DOGS IN THE STREET
  10. FARE THEE WELL
  11. WHIPPING BOY BLUES
  12. MY EVIL WAYS
  13. FOREVERMORE

Line up

  • David Coverdale: vocals
  • Doug Aldrich: guitars
  • Reb Beach: guitars
  • Michael Devin: bass
  • Brian Tichy: drums
  • Timothy Drury: keyboards

Voto medio utenti

Sono passati 37 anni da quando un disco sontuoso come Burn ha proiettato David Coverdale nel gotha dell’hard rock mondiale. Da quel momento, lo zio Dave non ha mai smesso di regalarci album di livello eccelso. Come è giusto che sia, qualche disco ha avuto maggiore successo di altri, ma mai è capitato, almeno a me, di bollare come trascurabile uno qualsiasi dei suoi lavori. Ebbene, questo Forevermore di certo non fa eccezione!

L’ennesimo capitolo della saga Whitesnake segna un parziale ritorno alle sonorità più bluesy ed è caratterizzato da un groove eccezionale, che lo allontana per attitudine dall’ottimo predecessore Good To Be Bad, molto più hard rock. Questa è la caratteristica principale dell’album e sicuramente rappresenta la spinta in più che farà esultare tutti i fan di vecchia data della band. Pochi, a dire il vero, anche gli orpelli inutili, in un disco viscerale e sincero, reso incredibilmente moderno da una produzione curata e possente. Come è giusto fare per tutti i dischi degni di attenzione, comunque, vediamo nel dettaglio cosa c’è dentro questo Forevermore.

Steal Your Heart Away
Partenza saltellante, con un goloso riffone dalle sfumature funky, che avvicina il sound al groove tanto caro, giusto per fare un esempio, a Glenn Hughes. Ottimo pezzo, ideale come opener. Dopo un paio di ascolti si fissa in testa e non ne esce più.
All Out Of Luck
Simile per attitudine alla song precedente, risulta però molto più hard rock e presenta un ritornello melodico ed estremamente piacevole. Ideale per le performance live.
Love Will Set You Free
Primo singolo estratto dal nuovo album, che già ha incontrato il favore e gli applausi di tutti gli ammiratori della band. Se qualcuno ancora non si fosse accorto, gli accordi della strofa sono identici a quelli di Ready And Willing. Ma non è importante. Ciò che importa è che siamo di fronte a un altro pezzone, con uno splendido lavoro alla sei corde.
Easier Said Than Done
Lentone da limonata pesante, davvero bello. Diretto, coinvolgente e caratterizzato da una melodia estremamente catchy. Si può chiedere di più a una ballad? Non credo proprio.
Tell Me How
Pezzone roccioso e ritmato, con un ritornello molto moderno e soluzioni corali davvero interessanti. Giunti al quinto pezzo, è quasi commovente sentire che la tensione non cala mai.
I Need You (Shine A Light)
Intro con accordi blues, seguiti da un’entrata di batteria molto seventies. Insomma, un pezzo dei Whitesnake fatto e finito, che si sviluppa poi in una delle migliori song dell’intero disco, diretta e coinvolgente.
One Of These Days
Ballad acustica, con accordi aperti in stile country/folk. Assolutamente lontana da quello a cui Dave ci ha abituato. Sinceramente, anche dopo diversi ascolti non mi convince. Un po’ come accaduto per la song simile dell’ultimo Mr. Big. Probabilmente, si tratta puramente del mio gusto personale, perché sono sicuro che piacerà a molti.
Love And Treat Me Right
Con qualche “baby” in più che finalmente fa capolino, si ritorna verso un terreno più caro alla band, in un pezzo che segna la linea di confine tra l’ottima prima parte del disco e la straordinaria seconda parte.
Dogs In The Streets
Riff veloce per un pezzo anni ’80 che potrebbe essere tranquillamente uscito su 1987 senza creare alcuno scalpore. Tira di brutto dall’inizio alla fine: già mi immagino come potrebbe risultare devastante in sede live.
Fare Thee Well
Nuova ballad acustica, che questa volta rimane sui binari consueti. Devo dire che, pur non essendo indispensabile, rimane comunque un altro ottimo pezzo, ideale per spezzare il ritmo prima delle bombe finali.
Whipping Boy Blues
Riff articolato e variegato per una song molto zeppeliniana, in cui voce e chitarre si rincorrono piacevolmente. Altro episodio destinato ad entrare nel cuore di molti.
My Evil Ways
Rock and roll! Mamma mia. Intro di batteria e via a 200 all’ora con una canzone veloce, prepotente e trascinante. Pezzi così riesce a scriverli solo chi è stato benedetto dal dio del rock.
Forevermore
Come al solito mi piace esagerare, ma questa potrebbe seriamente essere la Stairway To Heaven del nuovo secolo. Oltre 7 minuti di magia, in cui una lunga introduzione acustica, carica di pathos e melodia, lascia spazio prima ad atmosfere orientaleggianti alla Kashmir (terza citazione Led Zeppelin, oggi mi vengono così), che sorreggono prima un clamoroso assolo di chitarra, poi un hard rock puro e sincero. Particolarmente emozionanti (non scherzo, sono da pelle d’oca) le soluzioni corali del refrain, che riempiono il finale in un crescendo melodico incredibile. Un vero capolavoro, che basterebbe da solo per promuovere a pieni voti tutto l’album.

Le canzoni funzionano alla grande. Coverdale mostra una forma clamorosa sia nella performance che nel songwriting e la band è, come ampiamente prevedibile, una perfetta macchina da guerra. Un disco da avere e macinare nello stereo, senza se e senza ma. Cari miei, siamo nel 2011: se non capite il valore di un disco così dopo 40 anni suonati di carriera, mi spiace davvero per voi. Adesso scusate, ma devo smettere di scrivere, perché ho voglia di ascoltarmelo ancora. E poi ancora. E poi ancora. Forevermore, baby.
Recensione a cura di Alessandro Quero
Non Esageriamo

Ho ascoltato l'album diverse volte e credo che 9 sia un voto troppo alto. Nonostante ci siano 4-5 ottimi brani, manca ancora quel quid in più per arrivare a certe valutazioni. Ottimo disco e grande Dave (come sempre...) ma niente di più...

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 04 apr 2011 alle 20:47

Meglio del predecessore che comunque e' un buon disco.Diciamo che un 8 ci puo' stare...

Inserito il 31 mar 2011 alle 15:50

ormai basta fare un disco per Frontiers che in Italia non becchi mai un voto sotto l'8...mah....

Inserito il 28 mar 2011 alle 00:44

Scommetto quel che volete che al Gozz i WS apriranno lo show con la prima canzone dell'album. Garantito at the lemon

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