Secondo album, il primo per la sempre attenta Kolony Records, per gli armeni
Bilocate che con
"Sudden Death Syndrome" si dedicano ad un death metal doomeggiante ed oscuro, sebbene melodico e a tratti gothicheggiante. Dopo l'etnica introduzione (che mi ha ricordato molto "Saurian Meditation" di Karl Sanders come stile), il gruppo non si fa problemi a proporre immediatamente un brano come "Bloodest Forest" dalla ragguardevole durata di 17 minuti: cambi di tempo, tastiere mai troppo invadenti, accelerazioni repentine e momenti doomish, la canzone si protrae per tutta la sua durata forse mettendo troppa carne al fuoco, quando forse un minutaggio più ristretto avrebbe giovato. Si nota una ricerca melodica e strutturale che potremmo definire progressiva, ovvero la volontà di sviluppare le canzoni in più direzioni, come anche la successiva "The Dead Sea" mette bene in evidenza, dove di nuovo il cantante Ramzi Essayed sfodera un growl di grande impatto e ferocia ed a partire dal quale i brani assumono tutti una dimensione più ridotta con un minutaggio decisamente più adeguato. L'ascolto di questo "Sudden Death Syndrome" si fa quindi meno pesante, anche se comunque impegnativo per via della proposta del sestetto che riserva anche episodi più tranquilli come nel caso di "Ebtehal" o "Inoculate".
Un buon lavoro questo dei Bilocate, anche se qualcosa rimane da sistemare in termine di songwriting, probabilmente a causa di una maturità ancora in pieno divenire. Se amate il doom/death dalle venature malinconiche questo disco fa al caso vostro.
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