La band di Liverpool è tornata per il suo settimo album. La cover del cd è una delle più intense ed evocative di quest'ultimo periodo. Tutto sembra perfetto per un album galattico, ma ciò non avviene. 'A Natural Disater' non spicca il volo, non riesce a scavare nel profondo come dovrebbe, come potrebbe. Le songs si susseguono in maniera stanca, dritte e monotone, come se lo spirito degli Anathema si fosse assopito prima della composizione delle canzoni stesse. Il songwriting presenta qualche buon spunto (vedi 'Are You There?' o 'Pulled Under'), questo è comunque inevitabile vista la grandezza a cui questo combo ci ha sempre abituato, ma ciò non basta assolutamente per risollevare le sorti di un dischetto che sembra pericolosamente soffrire la mancanza di fresche boccate di ossigeno e di rigenerazione mentale. Forse ho ancora nelle orecchie i superlativi lavori di Antimatter (la band dell'ex bassista Duncan Patterson), ma questo 'A Natural Disaster' sembra segnare lo spegnersi della fiamma della band di Danny Cavanagh e soci (non per nulla il suo passaggio ad Antimatter è stato più volte ventilato e più volte il mastermind di Anathema ha barcollato di fronte a questa decisione). Guardando ancora la front cover non riesco ancora a capacitarmi della pochezza del contenuto... che vero peccato. Meglio tornare alle passate produzioni, quando la musica immortalata sul supporto ottico era all'altezza del nome di Anathema.
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