Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2011
Durata:38 min.
Etichetta:Siege Of Amida Records

Tracklist

  1. OVERACTIVE MINDS
  2. FLESH TO FLESH
  3. SHROUD OF THE END
  4. ATYPICAL PESTILENCE
  5. ASTRONOMICAL DIMENSIONS
  6. PILLAGE THE SCAVENGER
  7. DIMINISHING LUNGS
  8. OBSOLETE MACHINES
  9. PATRONS OF HUMANITY

Line up

  • Steve Garner : Vocals
  • Tuan Nguyễn : Guitar
  • Jean-François Di Rienzo : Guitar
  • Fabien Clevy : Bass

Voto medio utenti

Sempre più prolifico è il settore extreme metal che quotidianamente si arricchisce di nuove band che fanno a gara a chi produce il riff più tecnicamente contorto o il colpo di batteria [triggerata] più veloce del secolo. Sostanzialmente, la proposta musicale è condita sempre dagli stessi ingredienti, mescolati in maniera diversa a seconda del gusto della band specifica. Ma, per fortuna, questo caso interessa solo parzialmente i Bridal Procession.

La band proveniente dalla Francia ha un sound molto particolare, seppure nell'essere canonicamente extreme metal-oriented. E' una sorta di connubio tra le sonorità ed i tecnicismi brutal death metal, il cantato e all'aggressività del deathcore e l'epicità quasi prog delle tastiere. Per questi stessi motivi, la band può considerarsi un incrocio desueto ed ammiccante tra Deicide, Behemoth ed i più melodici nelle sinfonie Dimmu Borgir.

La presenza delle tastiere dà un tocco di sperimentalizzazione al sound, smorzando la velocità e l'incedere brutale dato anche dalla batteria triggerata. L'approccio, tuttavia, più che essere brutal death metal è deathcore, sia attitudinalmente che dal punto di vista del cantato, che ricorda molto gruppi del calibro di Heaven Shall Burn e All Shall Perish, tanto per citarne alcuni, soprattutto in alcuni passaggi ed in particolare nel terzo pezzo, "Shroud Of The End".

Molto bravi e certamente devastanti dal vivo, propongono scenari horror splatter come facilmente evincibile dalle lyrics di "Flesh To Flesh", in cui vengono descritte città tetre con strade che assorbono il fetore pungente delle carcasse.

Sostanzialmente, quello che per via allegorica viene descritto ricorrendo a surrealistiche ambientazioni gore vuole essere un richiamo alla nostra prospettiva odierna, meno devastante in termini prettamente materialistici ma che di sicuro non fa concorrenza dal punto di vista simbolico.

I Burial Procession ci parlano in via del tutto pessimista di un mondo da cui non c'è via d'uscita e che è facilmente assimilabile ad un buco nero che ci risucchia senza darci possibilità di resistere.

Molto interessante anche la track conclusiva, "Patrons Of Humanity", che è un discorrere sulla politica del giorno d'oggi e sull'incredibile manipolazione che essa esercita sulle masse, quasi come l'iniezione del più potente dei veleni, contagiando e corrompendo l'intera società. Il pezzo, dopo quattro minuti di serrato metal, si affievolisce sul finale con una lunga parte melodica ed interamente strumentale; e questo acquietarsi sembra quasi essere una remissiva rassegnazione all'incedere negativo degli eventi.

Un debutto sostanzioso e con il quale la band dimostra di avere carattere. Cercherei, forse, di smorzare o quantomeno limitare le parti epiche che li fanno decisamente troppo somigliare ad una versione più incazzata dei già citati Dimmu Borgir.
Recensione a cura di Selenia Marinelli

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