Immaginate una soffice nuvola, morbida, quasi finta, l'idea della pace, da cui scaturisce un fulmine, rabbioso e potente, un ruggito triste e orgoglioso: questo è in parole ciò che i Draconian esprimono con la musica, una musica che emoziona e coinvolge. Siamo al cospetto di un debut album sorprendente sotto molti aspetti; la musica è assai emozionale, un misto dei migliori My Dying Bride con il doom più oscuro e soffocante, il tutto rielaborato in una veste talmente fresca e toccante da lasciare basiti se si pensa che sono all'esordio discografico. A volte si sprecano parole esagerate per descrivere dischi che nel giro di un mese o poco più nessuno ricorderà e troppo spesso band che non ricalcano i trend del momento vengono accantonate o sconsigliate solo per una complessità di suoni che oggi pochi hanno voglia di assaporare: i Draconian rappresentano qualcosa di speciale che potrà fare la felicità non solo di chi ama il gothic o il doom, ma di chi vuole ascoltare la buona musica, senza perdere tempo a schedare ed etichettare i gruppi, limitandosi ad ascoltarne una ristretta cerchia; di sicuro addentrarsi nei meandri di questo platter sarà un'esperienza molto particolare, non ci sarà da meravigliarsi se una lacrima solcherà il nostro viso durante l'ascolto delle otto tracce. Le sensazioni che evoca questo tipo di sound sono uniche: tristezza, rabbia, voglia di fermarsi e pensare, ma anche di reagire alle situazioni difficili. Come si può non tener conto dei queste caratteristiche in un periodo nel quale molte band puntano solo ed esclusivamente sull'impatti iniziale, ma che alla lunga lasciano il tempo che trovano? La prima canzone è la più lunga del lotto e a mio parere la più bella, quella che descrive i vari aspetti della band: la voce maschile, rigorosamente tenebrosa e roca, è affiancata da una dolce e suadente voce femminile, in grado di entrare nel cuore dell'ascoltatore; le chitarre sono potenti, ma allo stesso tempo riescono a creare delle melodie che si stampano in mente e non tarderanno a riecheggiare dentro di voi; basso e batteria mettono in piedi una sezione ritmica marmorea; infine l'azzeccatissimo utilizzo di violini che dona alle canzoni un che di malinconia, ma allo stesso tempo di dinamicità. Il secondo pezzo è molto più diretto, quasi death, e per il resto dell'album l'alternanza di brani veloci (relativamente) e altri più lenti e cadenzari, risulta vincente e dona grande feeling ad un album che anche dopo svariati ascolti riesce a stupire e a farsi ascoltare nuovamente con piacere sempre crescente. Stupendo esordio per una band di qualità! Acquisto obbligato per chiunque sia in cerca di vere emozioni.
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