Il precedente "The Rauber" era stato solamente una parentesi, l'adattamento in chiave rock, invero nemmeno troppo malvagio, di un'opera teatrale che aveva fatto ovviamente storcere il naso a più di un fan storico. Come tutti i lettori più smaliziati (e con diverse primavere sulle spalle) sapranno, i tedeschi
Bonfire sono un pò i fratellini "minori" degli Scorpions laccati di metà/fine anni '80. E non si prenda questa affermazione in senso dispregiativo, perchè album strepitosi quali "Fireworks" (1987) e "Point Blank" (1989) sono tutto fuorchè opere minori. Inferiori ai vari "Love At First Sting" e "Savage Amusement" nei dati di vendita, questo si, non certo nell'intrinseca qualità. L'ultimo vero colpo di coda di Claus Lessman e soci risale comunque al favoloso "Fuel To The Flames" del 1999, un album che conteneva perle assolute del repertorio dei nostri, quali l'indimenticabile "Proud Of My Country". Da allora, una serie di ottimi lavori, tra cui spiccano sicuramente "Free" e "Double X", ma non il "tocco del maestro" che sarebbe stato lecito attendersi da dei leoni dei favolosi eighties. Alla luce di tutto ciò, mi sento tranquillamente di affermare che "Branded" è senza ombra di dubbio il miglior platter dei Bonfire dai tempi del succitato "Fuel To The Flames", rispetto al quale risulta addirittura un pelo superiore. Dieci brani-dieci (escluse le due bonus tracks), un "just killers no fillers" che può applicarsi perfettamente a questa opera, che ha punti di forza irresistibili nell'opener "Deadly Contraddictions" (refrain mostruoso!) o nella perentoria corazzata a titolo "Just Follow The Rainbow". Il team Claus Lessmann/Hans Ziller non ha nulla da imparare da nessuno nel proprio gioco preferito, e quando l'ispirazione arriva copiosa, ne conseguono autentici gioielli di class/AOR come "Crazy" o la super-ballad "Hold Me Now". Per non parlare dell'hit simil-Scorpions "Save Me" o del southern rock addomesticato (ricordate la cover di "Sweet Home Alabama"?) dell'intensa "Let It Grow". Mese assai impegnativo per tutti i melodic hard rock maniacs: dopo Robin Beck e gli italianissimi 8-IS, ecco un altro cd su cui "morire". Bentornati Bonfire, ci siete mancati tremendamente!
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