Direttamente da Crema, gli
Odio Su Tela ci propongono il nuovo lavoro uscito per l'etichetta inglese
Copro Records, un concentrato di ben 11 pezzi di quello che è stato soprannominato "crosscore".
La band, infatti, si cimenta in un crossover di base, che riporta notevoli e marcate influenze provenienti dal new metal anni '90, mescolando il tutto con parti core, cantate in maniera urlata e graffiata.
Balzano subito all'orecchio similitudini con gruppi cardine del genere sopra citato, quali
KoRn,
Choal Chamber [in particolar modo nel pezzo di apertura, "
No Opportunity"] e
Slipknot .
Il Quarto Giorno si presenta con un artwork accattivante ed interessante: un soggetto di identità ignota cela il suo volto sotto una busta di plastica e si accinge a spararsi con una pistola, anche se in realtà il colpo potrebbe essere già esploso, come suggeriscono i riccioli di fumo che si vedono attorno alla sagoma del soggetto.
Sostanzialmente, la proposta musicale è orecchiabile e di facile fruizione: non presenta parti troppo aggressive che potrebbero far storcere il naso a chi si ritiene anni luce lontano da un tipo di musica come questo ed il tutto è ulteriormente attenuato dalle parti melodiche inserite in itinere.
Il lavoro si dimostra eterogeneo ed alterna track con lyrics in inglese a track interamente cantate in italiano. Tra i pezzi, è da segnalare "
A[f]fondo", già inserita nel debutto della band nel non poi così lontano 2007, e "
Hai Paura di Me", che nella parte finale è completata da un estratto del celebre capolavoro cinematografico della combo Brian De Palma - Oliver Stone, "
Scarface".
Ma il pezzo che maggiormente cattura la mia attenzione è "
Seven".
Si rivela, qui, sfacciatamente palese l'ispirazione di matrice
Slipknot-iana, sia per la parte musicale che per l'approccio del pezzo in sè. La track può essere considerata una dedica che gli
Odio Su Tela fanno a loro stessi, auto-citandosi nelle lyrics nell'attribuire ad ogni componente del gruppo un numero ben preciso: 1 e 2 per la voce, 3 e 4 per le chitarre, 5 per il basso e 6 per la batteria. Immediato è, dunque, il collegamento con il metodo numerico utilizzato dagli stessi
Slipknot per identificarsi con i fans.
Nell'articolazione delle tematiche vengono prediletti temi ad alto contenuto di pessimismo e disillusione, con un forte senso di resa e disgusto, come a voler rimarcare il messaggio suggerito in maniera neanche troppo subliminale attraverso il monicker.
Tutto sommato, un buon lavoro quello degli
Odio Su Tela, che gli appassionati di genere certamente apprezzeranno.
Quello che non mi convince è la mancata personalità nel rielaborare in maniera originale le dinamiche stilistiche utilizzate, che in certi passaggi li fanno decisamente troppo assomigliare ad una versione italiana degli
Slipknot o dei
KoRn.
Da sfoltire, a mio parere, anche i frammezzi melodici, che danno un effetto smorzamento e, di conseguenza, un incedere singhiozzante un troppo accentuati.
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