Ultimo atto della cosiddetta “
operazione festeggiamento”, come l’abbiamo chiamata nella recensione a “
Ballad of Mary”, ecco che arriva il terzo live dei
Grave Digger, il secondo targato Wacken. Quale occasione più ghiotta, per una band che in Germania è un monumento nazionale, che sfoggiare l’intero “
Tunes of War” davanti ad una folla assordante ed entusiasta? Ed il risultato è convincente quanto scontato: i Grave Digger sono assolutamente una live band, non ci sono storie, la loro potenza e la grinta della loro musica prende letteralmente fuoco dal vivo, cosa che in questo live album si percepisce lontano un miglio.
Sono molto dispiaciuto di poter/dover recensire solo il live cd, perché penso che, anche dal punto di vista meramente visivo, vedere i Digger all’opera sia un piacere, per un vecchio metallaro nostalgico come il sottoscritto.
Ho davvero poco da aggiungere: qualità audio buonissima, band in palla dalla prima all’ultima nota, Doro e Hansi Kursch che si uniscono alla festa, una banda di cornamuse e percussioni ad aprire le danze, e LUI,
Chris Bolthendahl, letteralmente invasato dal demone della Scozia; in più una tracklist che, a parte l’intero Tunes of War, ci regala tre momenti pescati dal passato (recente e remoto) della band, tra i quali non poteva mancare, a degna chiusura, la mitica
“Heavy Metal Breakdown”, targata 1984… Mio dio, come passa il tempo…
Onore, onore ed ancora onore ai Grave Digger. Ho da poco recensito un’altra band capofila del metallo duro e puro, ossia gli Jag Panzer. Adesso, posso dirmi definitivamente soddisfatto. Da avere assolutamente.
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