Diverse le facce note tra le fila dei
Vertigo, vista la presenza di due ex Tyran' Pace (il batterista Ralf Schulz ed il chitarrista Oliver Kaufmann) e di Dirk Schäffner, ex cantante dei The Armada, una formazione meno conosciuta rispetto a quella dove si è fatto le ossa Ralf Scheepers, ma che qualche anno fa aveva lasciato una buona impressione, soprattutto con il Mini "The Scent of Darkness" (2001).
Tuttavia è proprio la prova di Schäffner a non convincere del tutto, dato che la sua voce roca e stentorea non riesce a dare una marcia in più al robusto e retrò Heavy Metal propostoci dai Vinder, tanto da far sì che una delle canzoni migliori sia proprio la strumentale titletrack.
Le influenze della NWOBHM e degli Iron Maiden sono ben evidenti su brani come Secret Door" o "Diary of a Child", mentre le origini teutoniche del gruppo emergono con maggior prepotenza sulla robusta "Where Evil Dwells" (tra Grave Digger e Primal Fear) o "It’s Me", ma qua è là non mancano nemmeno passaggi e cambi di tempo quasi Prog (ad esempio nello scorrere di "Dark Horizon" e "In My Head") e che non appartengono ai due
filoni appena citati, così come anche il guitarwork targato Van Halen sdoganato su "Funny Games"
Oltre alla componente musicale, i Vinder puntano anche sull'aspetto lirico (si tratta, infatti, di un concept album) e visivo (la storia è tratteggiata da un vivace comic book) di "Vertigo" e questo rappresenta sicuramente un valore aggiunto, tuttavia non andiamo oltre ad un'onorevole sufficienza.
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