Dopo il debut targato 2009, il chitarrista danese
Niels Vejlyt ha completamente stravolto la formazione dei suoi
Infinity Overture: fuori tutti, e dentro una nuova cantante, una nuova sezione ritmica, ed un nuovo approccio al suo power symphonic metal, stavolta meno bombastico e più guitar oriented. Lo si evince sin dalle prime note dell’opener “
The Hunger”, che mette a nudo l’anima neoclassica di Niels. La nuova singer Kimmie Tenna Nielsen ha una voce di tutto rispetto, dal classico timbro Simone Simons – Amanda Somerville - chi più ne ha più ne metta. Ma ancora una volta, come già era successo per il primo “
Kingdom of Utopia”, non basta la somma degli addendi per fare un buon totale. Non contento, Niels recluta come guests vocalists il nostro Fabio Lione, la succitata Amanda Somerville ed un’altra mezza dozzina di guest singers, nientemeno che Sascha Paeth dietro il mixer ed al mastering, ma la sostanza non cambia: i brani di questo “
The Infinite Overture pt. 1” stentano a decollare, penalizzati da un momento non felice in fase di scrittura, per cui le songs soffrono di linee vocali scontate, tonnellate di solos un po’ fini a se stesse, ed un generale impoverimento della quota meramente stilistica del pezzo, che tende inesorabilmente ad assomigliare al suo successivo. Le growls sparse qua e là dallo stesso Vejlyt poco aiutano al risollevamento dei brani, risultando peraltro non convintissime nell’esecuzione, e talvolta messe qua e là come una spruzzata di sale, che tenta di condire un piatto un po’ insipido.
Ciò non toglie che la produzione sia decisamente all’altezza, e che gli Infinity Overture abbiano tutte le buone intenzioni per produrre musica di qualità. A mio avviso, però, non ci siamo ancora.
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