Con piacevolissima sorpresa gli
Uriah Heep sono tornati!
A dire il vero non se ne sono mai andati... lo confesso, era un po' che avevo perso di vista questa storica band, avevo solo sentito dire di una reunion e di un disco che celebrava i loro quaranta anni di carriera, ma non li ascoltavo da un pezzo.
Iniziai ad ascoltare gli Uriah Heep, ripescando con meraviglia e curiosità, vinili polverosi stipati da genitori ormai non più interessati, in cantine e soffitte di amici...
Mi ricordo appena di un disco che ascoltai quasi per sbaglio, si intitolava Demons & Wizard, era del 1972 (“cavolo! Il mio anno di nascita” esclamai!)... mi fulminò!!!
Era una cosa incredibilemnte bella!
Ebbene, per una band attiva dal 1969, che ha pubblicato il suo primo album nel 1970, non è stato certo facile sopravvivere in un ambiente ricco di “squali” discografici e pericoli evolutivi non sempre rispettosi della vera anima della musica.
Ovviamente in pochi sono rimasti, in effetti dei fondatori, presenti attualmente, troviamo solo il grande Mick Box, ma andando a rispolverare la loro storia, mi sono reso conto che in effetti, nonostante fuoriuscite ed entrate di svariati musicisti tra gli anni '70 e la prima metà degli anni '80 gli Uriah Heep ci sono sempre stati.
La formazione attuale, che potremmo definire anch'essa storica, è stabile dal 1986, a parte il batterista Lee Kersleake che nel 2007 ha lasciato per motivi di salute (sostituito da Russell Gilbrook), non ha mai smesso di comporre e pubblicare musica rock progressive dal sapore “settantiano” (passatemi il termine).
Il loro ultimo lavoro prende il nome di Into The Wild e raccoglie al suo interno 11 brani tutti quanti suonati in modo magistrale come solo “i vecchietti” che hanno fatto la storia del rock sano fare.
Il prog vecchia scuola, ti arriva dritto in faccia fin da subito! Hammond (vero) che ti spettina, chitarre con distorsioni derivate dalla saturazione del suono (come si faceva negli anni '70) che non ti lasciano un attimo di respiro, tutto mosso da una sezione ritmica da paura composte da una batteria suonata ottimamente che si lascia andare in arzigogolati virtuosisimi solo quando sono necessari e un basso che, come motore di tutto, tiene su il sound in modo esenzialmente eccellente.
Le linee melodiche della la voce, estremamente classiche (a parte in rari tratti dove si sentono i momenti rock degli anni ottanta, ma potremmo definire ormai classici, anche quelli) ti raccontano poi tutto il mondo degli Uriah Heep.
Per andare un po' più sul concreto potrei segnalrvi qualche brano che spicca... ma farei prima a dirvi quelli che non mi sono piaciuti... ops sorpresa... non c'é nulla che non mi è piaciuto a parte, ad esser proprio pignoli il ritornello di “I'm Ready” che alle mi e orecchie suona un po' troppo sound ottanta e appare un po' scollato dal resto del brano (ma questo non influirà sul voto finale).
Quindi come concludere? Io concluderei così: “il 15 Aprile 2011 esce in tutti i negozi di dischi Into The Wild degli Uriah Heep... non perdetevelo per nessuna ragione al mondo!!!”
Certo se non vi piace il genere pazienza... andatevi a comprare qualcos'altro, ma non disdegnate chi ha riempito le pagine importanti della storia del rock... perché dopo più di 40 anni è ancora qui, e ci sta ancora insegnando come si suona e si canta il Rock!