Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:42 min.
Etichetta:Rage of Achilles
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. WRITHEN
  2. DEATHWHITE
  3. THE PERFUMED GARDEN
  4. AMOR TONIGHT
  5. CURE A WOUND
  6. THE EMPTINESS OF SPIRIT
  7. WASTREL
  8. SON'S THOUGHTS
  9. IT SHINES

Line up

  • Antti Filppu: vocals
  • Markus Vanhala: guitars
  • Harri Pikka: guitars
  • Janne Markkanen: bass
  • Jarmo Pikka: drums

Voto medio utenti

Eccomi qua a parlare del debut album dei finnici Omnium Gatherum: si tratta di un compito assai arduo a dire il vero, dato che questo "Spirits and august light" è un gran bel dischettino, ben fatto, ben arrangiato e ben suonato, peccato che non aggiunga assolutamente nulla di nuovo ad un genere che, a mio parere, è giunto al capolinea da lungo tempo. Siamo onesti, c'è davvero bisogno di nuove band che propongano l'ennesima versione di death metal melodico con parti ultra-tecniche e suonate alla velocità della luce? Io non credo, perché alla lunga anche le cose più belle vengono a noia, specie se sono propinate in tutte le salse possibili e immaginabili. Gli Omnium Gatherum ce l'hanno messa tutta per fare un bel cd e a loro modo ci sono anche riusciti, infatti non riesco a trovare grosse pecche nei loro pezzi, che da un punto di vista strutturale sono molto complessi e vari ma hanno anche quell'immediatezza che te li fa apprezzare fin dal primo ascolto. Il problema più grosso però è che un disco del genere poteva essere accolto con entusiasmo qualche anno fa, mentre oggi come oggi fa solo l'effetto di una minestra riscaldata! Persino gruppi grandissimi come i Children of Bodom (ai quali gli autori di questo lavoro si ispirano totalmente) stanno perdendo qualche colpo con il loro continuo ripetere se stessi, figuriamoci doversi sorbire pure i loro cloni... Ecco perché all'inizio parlavo di difficoltà nel recensire questo cd, che è sì caratterizzato da aspetti formali assolutamente positivi, ma che scade un po' se ne andiamo ad analizzare a fondo contenuto e originalità (quest'ultima infatti è praticamente inesistente). Davvero un'occasione mancata per i cinque finlandesi, che mi auguro possano prendere coscienza molto presto di questo loro limite e lavorare duramente allo scopo di rendere un po' più personale la musica che propongono. Per adesso ci hanno dimostrato di avere buone doti tecniche ed esecutive, ma da ora in poi dovranno anche provarci di saper creare qualcosa che sia solo ed esclusivamente farina del loro sacco!
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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