Nuovo disco per i
Piel de Serpiente, band dal sound aggressivo, sempre in bilico tra hard rock e metal, dove però la melodia dei refrain è sempre in primo piano e caratterizza piacevolmente tutto il lavoro. Buoni i riff e la struttura ritmica dei brani, mai banale. Buona anche la prestazione a livello strumentistico e vocale, così come la produzione, anche se il suono dei soli di chitarra presenta qualche pecca.
Dove risiedono dunque le note dolenti? Innanzitutto, il cantato in spagnolo, veramente osceno sull’hard rock, che leva mordente ed efficacia ai brani. Certo, ascoltando la pronuncia sfoggiata nell’unico brano in inglese,
Sons Of The Night, si capisce facilmente da dove derivi questa scelta, che tuttavia risulta a mio parere parecchio infelice. In secondo luogo, spesso le canzoni sembrano davvero ridondanti, mantenendosi tutte sullo stesso mediocre livello e non suscitando mai particolari emozioni. Mi pare giusto infine segnalare la presenza di un omaggio un po’ ruffiano a Dio, dal titolo
Ronnie James, in cui si intuisce un bel testo dedicato alla memoria del carismatico singer: anche in questo caso, però, il brano non riesce a colpire pienamente nel segno.
Vedete voi. Se non siete studenti di spagnolo e non siete fan della band, questo è un disco che non dura più di un paio di ascolti. Dato che in Italia abbiamo decine e decine di gruppi migliori di questo, per arrivare a comprare un album dei Piel de Serpiente e avere la coscienza pulita, dovreste prima spendere quantomeno qualche centinaio di Euro in dischi nostrani.
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