Eccoci qui di fronte all’ennesimo piccolo capolavoro melodico degli ultimi mesi. Non che avessi particolari dubbi di fronte a cotanta line-up e soprattutto memore di un gran disco abbastanza recente come Ghost In The Mirror, ma è sempre giusto partire cauti per poi gioire di fronte a lavori così intensi.
Un AOR purissimo, caratterizzato da soluzioni corali clamorose e suoni perfetti, accompagna tutto Watching Over You, destinato ad essere una delle uscite discografiche più gradite dell’anno agli amanti del genere. Gli ingredienti per un discone ci sono tutti e si capisce fin dall’opener Across The Universe, anche se a mio parere il vero “pezzone” di questo lavoro è rappresentato da Cry, ballad clamorosamente bella, da ascoltare e riascoltare fino allo sfinimento. Se le voci rappresentano il vero punto di forza dell’album, non si può comunque dire che il lavoro chitarristico sia da meno: preciso, raffinato e assolutamente godibile dalla prima all’ultima nota suonata.
Fin qui, direte voi, sembra un disco perfetto: perché dunque “solo” un 7,5? La risposta è semplice: la presenza di alcuni filler abbassa il voto almeno di mezzo punto. Davvero un peccato, anche se qualche episodio meno valido (si tratta comunque di canzoni che altre band si sognerebbero di notte) non basta per sminuire l’efficacia di pezzi che da soli valgono davvero tanto in termini di godimento auricolare.
Un disco di estrema classe, riservato agli amanti delle sonorità più melodiche. Da evitare assolutamente, invece, per tutti gli altri.
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