Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:42 min.
Etichetta:Steamhammer/SPV
Distribuzione:SPV

Tracklist

  1. MASQUERADE
  2. ANALIZE
  3. ELECTRIFIED
  4. FOR THE LAST TIME
  5. WHEN I´M GONE
  6. DEMONS
  7. DONE WITH DENIAL
  8. GONE WRONG
  9. ENEMY OF MINE
  10. NEW BREED
  11. HOME-SICK

Line up

  • Becky Gaber: vocals
  • Torsten Sauerbrey: guitars
  • Jörg Janssen: guitars, shouts
  • Daniel Pietrzak: bass
  • Niklas Kahl: drums

Voto medio utenti

Secondo studio album per i My Inner Burning, metal band proveniente dalla germanica Sassonia, e dedicata ad un heavy metal female fronted, che non disdegna di inciuciarsi con elementi gothic. La band fa della sua proposta musicale una bandiera, almeno nelle note di accompagnamento a questo “Eleven Scars”, ma devo sinceramente dirvi che, ascoltato il dischetto un paio di volte, non è che abbia trovato chissà quale innovazione… Il sound dei MIB suona più o meno come quello degli Evanescence dei primi dischi, ossia sicuramente metal, ma quanta roba scontata, quanto ritornellismo fine a se stesso, quanto mtv-ismo strisciante sotto la superficie… Intendiamoci, non dev’essere per forza un male se una band dà alla sua proposta una patina commerciale, e rende il proprio lavoro orecchiabile ed accattivante; massimo rispetto per chi riesce a proporre qualcosa di universalmente piacevole, che riesca a catturare le orecchie (e le tasche) di tanta gente; ma la sensazione che ricevo, ascoltando per l’ennesima volta “Eleven Scars”, è che il buon album che, indubbiamente, ho sotto mano, è forse stato passato ad un ‘controllo qualità’, eliminando parti eccessivamente fini a se stesse ed allargando a dismisura le durate dei refrain, in modo da rendere le canzoni cantabili e più facilmente passabili da parte dei media mainstream. Ciò detto, non ho sicuramente intenzione di penalizzare ulteriormente il suddetto cd: “Eleven Scars” presenta, appunto, undici tracce, sferzate da lyrics interessanti (scritte tutte dalla cantante Becky Gaber); alle sue spalle si muove una band riffosa e ben prodotta, che non disdegna inserti tastieristici e/o chitarre downtuned, ma che di sicuro sa come suonare il proprio genere musicale. Peccato, ancora una volta, per quella sensazione di già sentito, e per una certa banalità di fondo, che rende “Eleven Scars” appena che un bel dischetto, ma poco di più.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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