Chiuso il capitolo sotto la Iron Glory con l'album "First Beams of Light", i Dark At Dawn ne aprono con "Of Decay And Desire" un altro, che inaugura il nuovo accordo discografico raggiunto con la AFM, ed allo stesso tempo rappresenta la miglior realizzazione del gruppo tedesco. Il gruppo guidato dal cantante "Buddy" Kohlrausch arriva così al quarto album in carriera, con un disco davvero interessante, un Power Metal dalle diverse sfaccettature che si contraddistingue sopratutto per la prestazione vocale di un vocalist in possesso di un timbro roco ed allo stesso tempo melodico, che a me ricorda quello di Taneli Jarva (primo singer dei Sentenced ora nei The Black League) ma che si può accostare anche a cantanti più conosciuti come Peavy Wagner o di Nick Holmes. Una voce che trovo perfetta per le atmosfere che caratterizzano da sempre il sound dei Dark At Dawn e che sono ovviamente riproposte sui 12 pezzi di "Of Decay And Desire". Dopo aver limato i difetti delle uscite precedenti, prove discrete ma dove si incappava ancora in alcune ingenuità e cali tensione, i pezzi scorrono ora vari, dinamici e più heavy che in passato, con atmosfere in grado di catturare l'ascoltatore, coinvolgendolo emotivamente in quel feeling che riescono a mettere in musica, e questo, nonostante le differenze stilistiche tra i due gruppi, me li fa associare agli Angel Dust. Si passa brillantemente da brani veloci e d'impatto come "The Sleepwalker" o la maideniana "The 5th Horseman", all'andamento cadenzato e drammatico di "Forever" o "The Rose Of Tears", ad una melanconia "Luna" dove è davvero il feeling a dominare. Difficile trovare delle cadute di tono, sia nell'interpretazione di "Buddy" Kohlrausch sia nella prova dei due musicisti che lo accompagnano. Solo due, infatti nei Dark at Dawn è ancora vacante il ruolo di chitarrista, ricoperto sul disco dal batterista Torsten Sauerbrey, anche se poi il loro vecchio chitarrista, Florian Schröder, suona l'assolo di "Maid Of Stone". Altro ospite è Anissa Taggatz che si occupa brillantemente delle controvoci femminili, mentre completa la formazione il bassista Michael Lowin. La produzione è stata affidata nuovamente alle esperti mani di Andy Classen, che riesce a dare al suono del gruppo impatto ed efficacia superiori rispetto al passato, probabilmente grazie alle maggiori possibilità assicurate da un budget più elevato.
Era tempo che i Dark At Dawn riuscissero ad esprimersi al meglio, il potenziale c'era già, ora anche i risultati.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?