Copertina 9

Info

Anno di uscita:2011
Durata:non disponibile
Etichetta:Napalm

Tracklist

  1. FLAMES OF THE FREE
  2. SHADOW OF THE SWASTIKA
  3. TAKE YOUR TYRANT
  4. EVENING STAR
  5. HALL OF FREEDOM
  6. FIELDS OF THE FALLEN
  7. KONNING HANS
  8. ELLINDUR BONDI A JADRI
  9. NINE WORDS OF LORE
  10. THE LAY OF THRYM

Line up

Non disponibile

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Dopo due anni di attesa ecco puntuale a fine maggio, come di consuetudine, il nuovo album dei faroesi Tyr intitolato "The Lay of Thrym" e pubblicato come sempre dall'austriaca Napalm Records.

Per spazzare via immediatamente ogni dubbio a riguardo, riteniamo che fatta eccezione per i primi due lavori, precisamente "How Far to Asgaard" ed "Eric the Red", pubblicati al tempo per la locale Tutl Records e poi riediti dalla Napalm stessa, "The Lay of Thrym" rappresenti il disco migliore della loro discografia, sebbene sia necessario fare delle precisazioni a riguardo, poichè la scelta stilistica di questo nuovo capitolo potrebbe far storcere la bocca a molti fan, specialmente quelli di vecchia data.

Dopo l'epicissimo debutto, il progressivo follow-up, l'intricatissimo e monolitico "Ragnarok", il folkeggiante "Land" ed il classicheggiante "By the Light of the Northern Star", per la prima volta nella loro carriera i Tyr non effettuano una svolta e confermano il sound del disco precedente, accentuando il carattere "power" dei loro brani, sempre più easy listening e catchy e sempre meno oscuri e complicati; questo non significa melodie banali, scelte discutibili o soluzioni per la massa, stiamo pur sempre parlando dei Tyr, ma senza dubbio ci troviamo di fronte una band assai lontana da "God of War", "Alive" o "The Hammer of Thor", che oggi preferisce conquistare l'ascoltatore grazie alle anthemiche "Flames of the Free", l'inarrestabile "Take Your Tyrant" e la "danzereccia" "Shadow of the Swastika", ma non sono da meno per validità ed efficacia del refrain "Hall of Freedom" e "Fields of the Fallen".

I brani cantati in lingua faroese come per il predecessore sono solamente due, entrambi spettacolari, mentre una menzione a parte la meritano la semi-ballad "Evening Star", davvero toccante e magica nel suo crescendo, la rabbiosa "Nine Worlds of Lore", senza dubbio uno degli highlights dell'album insieme alla title track, posta in chiusura, che ci riporta alla mente la vecchia "Regin Smidur", presente su "Eric the Red" (colpevolmente definita dal sottoscritto nella videorecensione come primo video della band, dimenticando la grandiosa "Hail to the Hammer" dell'esordio!!!), specialmente nella parte iniziale; in ogni caso si tratta di una delle canzoni migliori della loro produzione, ricca di pathos, di assoli struggenti, di riffs epici e battaglieri.

In definitiva il nuovo album dei Tyr riprende in pieno le caratteristiche di "By the Light of the Northern Star", enfatizzando le caratteristiche classicheggianti (vedi in particolar modo gli assoli), e migliorandone il risultato finale, grazie ad una qualità del songwriting sempre elevatissima che ci consegna dieci composizione assolutamente entusiasmanti sotto ogni punto di vista.

La produzione pressochè perfetta esalta la carismatica voce di Heri Joensen ed anche la confezione, a partire dalla splendida copertina, è persino superiore alle aspettative.

Senza dubbio uno dei dischi dell'anno in corso che magari farà storcere la bocca a chi mal sopporta sonorità più "allegre" ed ariose ma che ci consegna dei Tyr sempre più protagonisti per qualità del panorama metal internazionale.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 05 giu 2011 alle 16:47

Il concetto di commerciale è da rivedere... Infatti i Tyr sono talmete commerciali che hanno sfondato le classifiche e venduto milioni di dischi e sono ultra miliardari... In caduta libera poi... Lasciamo perdere, diciamo più tosto che un disco soggettivamente piace oppure no... P.s. Ma lo sapete che gli ultimi due dischi di Sor Burzum sono commerciali??? hehehehe

Inserito il 01 giu 2011 alle 20:48

Grande capo... sei sempre er mejo... Graz, anzi Graziul, come specifica sempre colui che risiede dietro il barbun!

Inserito il 01 giu 2011 alle 13:58

Penso di prenderlo visto che ritengo "By the Light of the Northern Star" un disco validissimo anche se piu' commerciale rispetto ai predecessori.

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