Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:40 min.
Etichetta:Listenable Reords

Tracklist

  1. LIVIN' WITHOUT FEAR
  2. BLADE OF KATANA
  3. PHOENIX ON FIRE
  4. NEVERENDING WORLD
  5. HEART OF TOKYO
  6. ASIA IN SIGHT
  7. ACROSS THE STARS
  8. REBEL RIDE
  9. QUEST FOR HADES

Line up

  • Johan Bernspång: vocals
  • Patrik Essén: guitar
  • Tobias Karlsson: guitar
  • Susanna Salminen: bass
  • Anders Persson: drums

Voto medio utenti

Quando il sommo Graz mi ha proposto la recensione dei Katana ho accettato all’istante. Mi è bastato guardare una loro foto e rimanere folgorato dalla loro tamarraggine per decidere di approfondire la mia conoscenza sul gruppo. Se non siete amanti dei mitici anni ’80 non potete capire il perché del mio amore a prima vista. Ero sicuro che cinque svedesi che si conciano in quel modo dovevano avere, inevitabilmente, anche delle reali basi musicali per evitare che il mondo intero gli ridesse dietro, e infatti così è stato. Con questa premessa mi sembra superfluo sottolineare come l’esordio dei Katana non abbia neanche una briciola di personalità o di originalità, ma non per questo è da bocciare, anzi. Se i brani sono validi, se i ritornelli sono così fottutamente kitch e ti prendono al primo ascolto, se l’album è suonato bene e soprattutto sa di fresco ed è sincero, chi se ne frega se ascoltandolo si ha una sensazione di deja vu? I ragazzi ci sanno fare, riescono a creare dei brani che scorrono via in spensieratezza, fin dalla opener “Livin’ without fear”, e riescono a creare una gustosa miscela tra pezzi più spiccatamente classic metal, ed altri più patinati, come “Phoenix on fire”, in cui i nostri strizzano l’occhio a sonorità sempre rigorosamente eighties, ma più vicine a band tipo Dokken e simili, senza nascondere, quindi, un certo amore anche per l’hard rock di quegli anni. Sinceramente a meno che non siate modernisti a tutti i costi o fruitori soltanto della frangia più estremista del metal, non so come potreste rimanere indifferenti ascoltando “Heads will roll”. Se avete dentro di voi ancora quello spirito sbarazzino e goliardico, che non dovrebbe mai mancare in un vero metal kids, apprezzerete senz’altro brani frizzanti come “Blade of katana” o “Rebel ride”, e vi ritroverete come dementi nella vostra camera a suonare la vostra chitarra immaginaria, incuranti della nonna che viene a rompere a casa vostra o del vicino che vi urla dietro perché alzate troppo il volume. Insomma, un buon modo per passare una quarantina di minuti in allegria. L’unico dubbio che mi assale è questo. Non vorrei che dopo il thrash revival degli anni scorsi sia ora la volta del classic metal. Sarebbe alquanto triste, come lo è stato per il thrash, veder proliferare centinaia di band che cavalcano soltanto l’onda e non sono mosse, invece, da passione vera come nel caso dei Katana o degli Enforcer, guarda caso anche loro svedesi… Se da una parte è giusto andare a riscoprire vecchi vinili rimasti nel dimenticatoio ma sicuramente validi, è altrettanto giusto dare spazio a nuove band che riportano in auge sonorità per lo più ormai quasi del tutto dimenticate, almeno dalla massa e dai giovanissimi. Purché il tutto, non diventi, però, una sterile moda, perché, non scordiamocelo, il metal tutto dovrebbe essere tranne che trend, anche se ormai da anni la tendenza è pericolosamente questa… Io intanto rimetto su i Katana e ricomincio a scapocchiare… e chi se ne frega delle mode…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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