Ho avuto il piacere di conoscere i tedeschi
Obscura dal vivo l'anno scorso. Rimasi favorevolmente sorpreso dalla cascata di note che mi piombarono addosso e non trovai per niente borioso il loro Death Metal ultra-tecnico, al contrario, mi coinvolse e quando passai alla "versione studio" ne ebbi la conferma con Cosmogenesis. Con
Omnivium la band arriva al fatidico terzo album e tutti i fan che si sono conquistati negli anni possono dormire sonni tranquilli: gli Obscura non hanno intenzione di rallentare (pureanche in senso puramente letterale), vogliono andare avanti e progredire sotto tutti i punti di vista, quello tecnico e ovviamente quello artistico, in effetti come gruppo hanno la lucidità necessaria per capire che la musica non deve essere per forza di cose uno sfoggio irrefrenabile di virtuosismi e scale impossibili, c'è anche passione e istinto, senso del groove e della melodia, quella che colpisce l'obbiettivo al primo colpo. In questo i ragazzi non sono secondi a nessuno, in certi momenti sanno rileggere la lezione dei Death degli ultimi anni sapendogli donare una forte dose di personalità, che può esprimersi sia nei solos di chitarra come in una qualsiasi ritmica, ma sempre e comunque con un occhio di riguardo alla canzone in senso generale. La famosa tecnica a servizio del brano. Vanno veloci gli Obscura ma canzoni come Septuagint, Prismal Dawn, Velocity (appunto!) e per citarne un'altra Ocean Gateways si fanno apprezzare per un gusto raffinato nel saper dosare violenza e armonia. Quello che onestamente non mi convince del tutto è il suono della batteria, ma è una questione di gusti. Oggettivamente gli Obscura sono al top della forma e il nuovo disco lo testimonia in tutto e per tutto.
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