Se ancora non siete usciti dal tunnel della disperazione in cui vi hanno fatto sprofondare i
Forgotten Tomb con il precedente Negative Megalomania allora vi sto per annunciare che non riuscirete a scovare la famosa luce bianca nemmeno alla fine di questo
Under Saturn Retrograde, un album che il tunnel di inizio recensione lo allungherà ancora di più. La band nostrana si sta aprendo, sta allargando i propri confini stilistici alle influenze provenienti dallo Sludge, ma anche dal Rock e da un'attitudine più che cinica oserei dire sarcastica, sempre con quel retrogusto nero e morboso ovviamente. L'evoluzione intrapresa con il penultimo disco si è fatta più concreta per investire anche settori prettamente tecnici come l'audio e la produzione, adesso corposa e pulita e quindi maggiormente accessibile a un pubblico più vasto, lo stesso che sicuramente non riuscirebbe a sopportare nemmeno i primi tre minuti di un disco come Springtime Depression, un cd pubblicato in un'epoca che ora appare lontana. Eppure l'impressione che se ne ricava è che sia rimasto un filo conduttore sotterraneo impossibile da rescindere. La durata delle canzoni è sempre abbastanza lunga, l'incedere delle melodie sempre asfissiante e monolitica, la disperazione delle vocals allarmante, però in tutto questo marasma di negatività c'è anche una dose di energia prettamente "rock", l'uso delle virgolette è d'obbligo in questi casi, basta ascoltare I Wanna Be Your Dog (che è una cover degli Stooges!) e You Can't Kill Whos Already Dead per rendervene conto da soli, a dire il vero già i titoli delle canzoni parlano chiaro. Le linee melodiche si sono fatte più orecchiabili e dirette, facendo guadagnare ai Forgotten Tomb molti punti anche se qualche vecchio fan storcerà il naso, poco male comunque, la band è in piena forma, solida e compatta, resta soltanto da vedere dove li porterà questo mare di oscurità che diventa sempre più liquido.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?