Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:44 min.
Etichetta:Avantgarde Music
Distribuzione:Avantgarde Music

Tracklist

  1. PLUNGE
  2. CHASM
  3. KATHARSIS
  4. ETERNITY

Line up

  • Þ.: guitars, vocals
  • Bjarni Einarsson: Drums
  • Jake: Lyrics on track

Voto medio utenti

Quando vi è classe da vendere e soprattutto emozioni autentiche non si ha bisogno di suonare in maniera complessa o eccessivamente astrusa; e questo non solo quando si voglia assalire l'ascoltatore con un black nudo e crudo, bensì anche quando si cerchi di declinare il genere nelle sue sfaccettature più atmosferiche e melodiche.
I Vástígr, progetto solista del polistrumentista Þ, sembrano essere qui per ricordarci quanto appena scritto.

"The Path of Perdition" (Avantgarde Music) giunge a distanza di circa cinque anni dall'ottimo "Aura Aeternitatis"; e qui l'austriaco condensa con maestria alcune delle cromie migliori del lato più avvolgente e melodico della fiamma nera. Tutto è all'insegna del minimalismo: accordi basilari ad una sola corda, tremoli semplicissimi e substrati gelidi di synth, a tratteggiare strutture dilatate che si protendono in una direzione oscura dalle sembianze oniriche ed introspettive. C'è anche un'aura depressiva marcata, con ritmi che in alcuni frangenti dal monocorde cangiano improvvisamente in strutture più dinamiche vicino al post-black. Nei momenti più depressive e monocromatici talvolta si richiamano vagamente i Mortifera di "Vastiia Tenebrd Mortifera" (2004), quelli con Neige, per intendersi; e non credo che il mio sia un richiamo casuale, dato che pur sempre rimanendo in ambito nero, tali atmosfere dilatate e sospensive di stampo post-black, a cui ho appena fatto riferimento, è stato proprio Neige a sondarle in lungo e in largo.

Nelle melodie di sottofondo si hanno reminiscenze dei primissimi Satyricon, degli Enslaved, su cui si aggiungono echi provenienti dalla direzione della scuola islandese e dei francesi Blut Aus Nord. Anche gli ultimi due rimandi che vi ho citato non sono un mero esercizio di stile, dato che alla produzione del platter – a mio avviso perfettamente riuscita – troviamo il nome di Stephen Lockhart, il quale ha svolto il suo lavoro proprio in Islanda; e al tempo già produttore di Sinmara, Svartidauði e molti altri. Mentre per quanto riguarda l'artwork troviamo il francese che ha creato opere d'arte proprio per i Blut Aus Nord, oltreché per altre band molto note (tra cui gli Alcest).

A livello tematico, "The Path of Perdition" è un viaggio catartico attraverso la caduta, la rivolta, e l'accettazione della futilità e dell’insignificanza dell’uomo; il quale necessita di essere concepito come parte di uno schema cosmico ben più ampio della sua misera esistenza.
Come descritto da Þ:

“il ciclo eterno va avanti e non si cura minimamente di cosa succederà a noi piccoli uomini. Alla fine la ruota del tempo ci schiaccerà tutti come insetti. Ciò che resterà sono la memoria, le rovine, le ceneri, finché anche quelle non svaniranno nell'oblio – e la consapevolezza che il ciclo si ripeterà, in maniera migliore o peggiore".

Il nuovo album dei Vástígr è un viaggio spettrale nei meandri più oscuri e armoniosi della fiamma nera, permeato da una forte aura malinconica e solenne al tempo stesso, con una staticità desolante che riprende a piene mani dall'eredità del conte; senza per contro disdegnare un certo approccio più sperimentale, e al contempo catchy, alla materia oscura, soprattutto quando il gioco diviene più movimentato.
La tensione viene mantenuta costante e si ha un sentore lugubre e primordiale per tutto l'arco dei suoi 44 minuti. Sentore che viene mitigato da una corrente progressive leggermente più ariosa, atta a creare un dinamismo dialettico molto interessante (similmente a quanto già codificato dai Mgła).

La sensazione opprimente, e la coltre tetra che avvolge l'opera sono acuite anche da un growl atipico per il genere; il quale sembra provenire dalle profondità delle caverne da cui originava anche l'essere umano: nonostante si affanni così tanto a rinnegarle e a trascenderle con il suo "progresso".

Recensione a cura di DiX88

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