Power/symphinc metal, voce femminile, riferimenti medievali, orchestrazioni. Il solito album clone, insomma?
NEANCHE PER SOGNO.
Parto dalla fine: complimenti, complimenti vivissimi agli
Hypersonic, formazione siciliana tutta nuova, che con questo “
Fallen Melodies” segna un debutto davvero convincente, per Underground Symphony. Già dall’intro, lunga ed epica, mi sembrava che la qualità fosse decisamente presente, e per fortuna non mi sbagliavo. Questo album contiene un coacervo di gran belle canzoni, scritte e suonate con il giusto approccio, per quanto spesso recanti soluzioni un filo ingenue, ma ad un debut album questo si perdona benissimo. La vera arma in più è la voce di
Alessia, l’esatto opposto di quel che vi aspettereste da un album di tale risma: il range della ragazza è molto da contralto; per dirla in due parole Alessia canta più in basso della maggior parte dei cantanti maschi di genere! Una voce potente, calda, che si innesta benissimo nelle tessiture armoniche del combo, che di sicuro poggia le sue basi su solidi terreni arati da Rhapsody, Kaledon, Thy Majestie e tutto quel power nostrano che sa esprimere qualità. Sono molti i brani che ti catturano, durante l’ascolto di “Fallem Melodies”: per amor di recensione, vi cito il ritornello indelebile di “
Rebirth” (che mi ricorda un po’ “
Free Bird”, sigla giapponese di “
Project: Arms”, canzone e anime semplicemente stupendi), la potente ed ariosa “
Winter Melodies”, il bel lento “
A Beautiful Dream”, e potrei continuare ancora per molto.
Non aspettatevi qualcosa di mai sentito, la derivatività, in questo genere e alla prima prova sulla lunga distanza, è un fattore inevitabile. Ciò detto, questo album non ha nulla da invidare ad illustri avversari, quanto a godibilità e piacevolezza della proposta. Benvenuti nel mondo del metal, cari Hypersonic: adesso sta a voi, mostrare di che pasta siete fatti.
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