La Francia continua imperterrita nella produzione di materiale altamente nocivo come il Black Metal e questi
Aosoth non ne sono immuni, anzi, al loro terzo disco possono dire di aver raggiunto una certa maturità artistica. Non è il caso di tirare in gioco definizioni che non stanno ne in cielo ne in terra, si sta parlando del più canonico e tradizionale Black Metal, ma è proprio in queste coordinate che gli Aosoth traggono la forza ispiratrice che gli permette di esprimersi attraverso atmosfere lugubri e violente.
III è nero come la pece e nel suo saper alternare sfuriate micidiali a rallentamenti angoscianti saprà come farvi sprofondare nell'abisso dei sensi. In qualche occasione si riesce a percepire un'influenza stilistica proveniente dagli USA e da gente malata come i Leviathan oppure Judas Iscariot, anche se è bene chiarire subito un punto: gli Aosoth non sono una Depressive Black Metal band, direi di no. Le sei canzoni che fanno parte del disco non hanno titoli ma vengono nominate in base alla numerazione romana ma questo non mi impedisce di citare I, III, V e l'ultimo brano. La durata delle tracce in questione è abbastanza lunga ma non è un problema, gli incubi sonori degli Aosoth scorrono via con una certa scioltezza per rapirvi e farvi passare tre quarti d'ora in un angolo buio senza speranza.
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