Ecco giungere inaspettato il discone del mese di maggio. Guardando le foto degli
Enbound prima di procedere all’ascolto devo ammettere che avevo ben poche speranze di sentire qualcosa di valido. E invece, come spesso accade, l’abito non fa assolutamente il monaco: mi sono trovato davanti a un lavoro possente, che spazia tra prog metal, power e hard rock con una facilità e una padronanza davvero incredibili. La band sperimenta e si lancia senza paura in accostamenti mai banali, dimostrando una capacità di songwriting di gran lunga sopra la media.
Strumentalmente siamo di fronte a una band eccezionale, capitanata da un ottimo singer (personalmente mi ha ricordato in diversi frangenti la vocalità di Roberto Tiranti) e in grado di scrivere un disco efficace dall’inizio alla fine, senza evidenti cali di tensione. Tutta la prima parte del disco è splendida: dall’opener Combined The Souls alla ballad Frozen To Be sono stato sinceramente in preda a visioni celestiali e indeciso sul voto tra 9,5 e 10. La seconda parte del lavoro è però meno efficace, e pur in presenza di canzoni notevoli riporta l’album su livelli più terreni.
Godiamoci dunque questo And She Says Gold, consapevoli che se questo è l’inizio le potenzialità per sentire qualcosa di davvero pauroso nel prossimo futuro sono enormi: le mie aspettative sugli Enbound sono a questo punto davvero altissime. Bravi svedesotti, già inizio a volervi bene.
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