Dopo ben quattro anni di attesa tornano sulle scene gli irlandesi
Primordial, nuovamente sotto l'egida della
Metal Blade, etichetta tedesca che li ha aiutati nel passaggio da band underground a formazione decisamente di prima linea, sia sotto il punto di vista qualitativo, sebbene anche i primi lavori siano validi, sia specialmente sotto il punto di vista dell'audience.
E' indubbio infatti che da "
The Gathering Wilderness", primo album edito dalla label di Brian Slagel del 2005, le cose in casa Primordial siano andate sempre meglio, con la consacrazione avvenuta nel 2007 grazie al capolavoro "
To the Nameless Dead", a parere di chi scrive capitolo quasi perfetto ed irripetibile nella discografia dei nostri.
A quanto pare però il successo non porta solamente privilegi e vantaggi, ed infatti i Primordial hanno attraversato un brutto periodo, pieno di tensioni e nervosismi, che hanno portato alla separazione nel 2010 dal batterista
Simon O' Laoghaire; fortunatamente tutto si è poi ricucito, al grido di "i Primordial sono una cosa sola fatta di questi cinque elementi" ed è così che oggi ci troviamo di fronte a "
Redemption At The Puritan's Hand", un disco per stile molto diverso dal suo predecessore ma fortunatamente di equivalente qualità.
Abbandonate le atmosfere epiche e trionfanti che avevano caratterizzato "To the Nameless Dead", il nuovo lavoro dei Primordial è un salto indietro nel passato, con diversi riferimenti ai capitoli più lontani della loro discografia: ambientazioni più crude ed asciutte, intrise di tristezza, con molti momenti cupi e tetri, lontani dall'esaltazione riservata agli eroi senza nome e dimenticati nel tempo.
Qui il tema della morte, unico filo conduttore, è vissuto come un destino ineluttabile che ci conduce al trapasso e ci consegna come carne marcia per i vermi; è quindi ovvio che il mood del disco sia totalmente stravolto, con un
Alan "Nemtheanga" Averill come al solito sugli scudi, dotato di una personalità e di un carisma straordinario, con la sua voce grintosa, evocativa e piena di pathos che, unica, riesce a trasmettere in maniera incredibile le emozioni descritte nei vari brani.
Brani che naturalmente emergono granitici nel loro insieme, senza picchi particolari, di durata piuttosto lunga ma non esagerata, che disegnano un pagan/folk metal come al solito di fattura pregiatissima che si appoggia interamente sulle declamazioni di Nemtheanga, vera e riconosciuta marcia in più dei Primordial.
Produzione ottenuta in Galles ai Foel Studios in linea con la loro scuola, ovvero eccellente, così come il booklet ed ogni altro dettaglio; "
Redemption At The Puritan's Hand" è l'ennesimo centro dei Primordial, band "metal" al 110%, per attitudine, mentalità, qualità. Da non perdere.