Hour of 13 è una atipica band che ci arriva dal North Carolina, Usa. Atipica perché in realtà si tratta di un progetto che poggia interamente sulle spalle di Chad Davis, veterano della scena doom americana che ha militato in una miriade di gruppi minori, tra i quali Mountain of Judgement, Profane Grace, Goatworship e molti altri. Infatti in questo album il musicista ha suonato tutti gli strumenti, oltre a comporre per intero il materiale proposto. Il solo contributo esterno è venuto dalla voce di Ben Hogg (Beaten Back to Pure, Birds of Prey, ecc.), altro elemento ben noto nell’underground locale.
L’interpretazione scelta da Davis è quella di un classic-doom Sabbathiano, amalgamato con forti richiami al metal degli albori. I brani, in genere di media lunghezza, possiedono le atmosfere cupe e le vibrazioni adulte e “spirituali” che troviamo ad esempio nei lavori di “Wino” Weinrich, Place of Skull, Abdullah, ma anche il timbro metallico di Trouble, Witchfynde, Angelwitch o di certe formazioni “oscure” della Nwobhm. Così i riff risultano sempre puliti ed abrasivi, le ritmiche più dinamiche e sostenute rispetto alla consuetudine di questo stile e gli assoli ispirati e fluenti.
Non si insiste su un solo giro ripetuto all’infinito, bensì vi sono molti cambi di ritmo, variazioni ed accelerazioni, pur restando entro i confini del puro e classico doom-style. Ciò che manca è un po’ di incisività nelle linee vocali, che tendono a somigliarsi e quindi ad appiattire il risultato complessivo, pur se Hogg si sforza di interpretarle con la massima intensità.
Non si pensi comunque che gli Hour of 13 siano confinati e limitati allo studio di registrazione, perché il duo si esibisce regolarmente dal vivo avvalendosi di professionisti del settore.
Un buon disco, non imperdibile ma con un pizzico di freschezza in più della media. Se amate i Black Sabbath del periodo con il compianto Dio ma anche gruppi come Demon, Oz, primi Pentagram e altri del tipo, questo lavoro vi piacerà senz’altro.