In attività da più di un decennio, i Mustasch solo di recente hanno ottenuto il successo che cercavano. Non più circoscritto alla Svezia e all’area scandinava, bensì con dimensione molto più internazionale.
Merito di una formula semplice, resa efficace dalla indubbia capacità della band di comporre canzoni toste e molto accattivanti. Volendo descrivere il loro stile, prendete qualche brano dei Metallica periodo “Black album” e “Load”, condensateli in modo asciutto e lineare, aggiungete attitudine rock ed infine rivestite il tutto di un incisivo appeal orecchiabile. Niente di straordinario o particolarmente originale, ma fatto bene. Alcuni hits azzeccati e supportati da video professionali, ed il quartetto si è improvvisamente ritrovato a scalare le classifiche di vendita nazionali ed una discreta fama oltreconfine.
La sensazione è che adesso i Mustasch stiano cercando di sfruttare al massimo il momento positivo, non lesinando sulle uscite discografiche. A poca distanza dall’ultimo album omonimo esce una nuova antologia, come era già accaduto nel 2008. In quel caso si trattava di una selezione di brani pescati dai primi lavori, poco noti all’estero, mentre questa ne ripropone una parte aggiungendo i migliori episodi del periodo successivo.
In realtà il disco si apre con l’unico inedito, la rocciosa “Angel’s share”, poi prosegue con le versioni remixate o rimasterizzate di vari cavalli di battaglia come “Parasite”, “Mine”, “Double nature”, “6 : 36”, ecc.
Nient’altro da aggiungere, se non che la compilation pare pensata per coloro che non conoscono ancora la formazione ma desiderano ascoltarne il meglio senza dover procurarsi tutti i lavori pubblicati