Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:61 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. D.I.
  2. AFTERLIFE
  3. ART OF DECEPTION
  4. CIRCLE OF 8
  5. ALL WARRIORS BLOOD
  6. THE UNINVITED
  7. INSENSIBLE SCREAM
  8. SCENE OF HELL
  9. FAKE
  10. JUSTIFIED KILLING
  11. LOCKED
  12. SPEED OF SAMURAI

Line up

  • Rick Bouwman: guitars
  • Wilfried Broekman: drums
  • Rop van Haren: vocals
  • Marcel Heesakkers: guitars
  • Toine van der Linden: bass

Voto medio utenti

Corsi e ricorsi storici...

La prima volta che ho ascoltato i Martyr è stato in occasione di "Metal Massacre VI", una compilation uscita, nel 1985, per la Metal Blade Record.

Su questo LP la formazione olandese si trovava in bella compagnia (Possessed, Hallow's Eve, Dark Angel...) ed era rappresentata da "En Masse (Stand or Die)", un bel brano, tra N.W.O.B.H.M ed i Mercyful Fate, che mi aveva spinto a procurarmi il loro album d'esordio, "For the Universe", un lavoro che nel complesso si era comunque rivelato discreto ma poco più, e su questi stessi livelli si era poi collocato il secondo album, "Darkness at Time's Edge" (1986).
Dopo il loro secondo disco i Martyr spensero però l'interruttore sulle uscite discografiche, almeno fino al 2009: giusto in occasione dell'EP "Fear", seguito ora dal terzo full length "Circle of 8", rilasciato, guarda caso, proprio dalla Metal Blade.

In questa nuova fase della loro carriera troviamo una line-up rinnovata, con un nuovo cantante, Rop van Haren, ed un nuovo batterista, Wilfried Broekman, ma anche un songwriting maggiormente tagliente e thrashy, per quanto non rinneghino né le radici eighties e nemmeno l'alternanza di soluzioni diverse, talvolta un po' azzardate, con esiti che mi portano a pensare ai più recenti Flotsam & Jetsam, scorrazzando tra brani più ("Afterlife", a sbattersi tra Megadeth ed Anthrax, e la massiccia e sabbathiana "All Warriors Blood") e meno ("Art of Deception", "Fake" o la stessa titletrack) riusciti.
In chiusura del disco, troviamo una nuova versione della maideniana "Speed of Samurai", una bella cavalcata heavy che, rispetto ai tempi di "For the Universe", gode finalmente di una resa sonora dignitosa.

A distanza di 26 anni rimango della stessa opinione: un gruppo tutto sommato discreto ma, come tanti altri che si misero in gioco a metà degli eighties (Maltese Falcon, Blade Runner, Witch Cross, Liege Lord...), non in grado di fare la differenza.

Allora... come adesso.

Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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