"Escape Velocity" è la quarta fatica sulla lunga distanza per gli
Zombi, duo composto da Steve Moore e Anthony Paterra e fautore di una specie di elettronica dalle vivide reminescenze settantiane, resa ancor più affascinante ed intrigante dalla natura interamente strumentale dei brani e da una venatura psichedelica che li estranianti. Nessuno stravolgimento quindi rispetto ai lavori precedenti, il cui apice è probabilmente "Spirit Animal": armati solamente di batteria e synth, gli Zombi regalano cinque brani intensissimi che sicuramente riporteranno alla mente le colonne sonore di film come "L'alba dei morti viventi" ed in generale i Goblin più elettronici, toccando i picchi più alti in canzoni come la titletrack, "Shrunken Heads" o "DE3". Sonorità siderali ideali per veri e propri "viaggi", con un flavour tutto retrò a rendere il tutto decisamente più coinvolgente e intrippante. L'album, pur non stravolgendo affatto l'impronta sonora degli Zombi, si caratterizza per un songwriting maturo e convincente, capace di mantenere vivida l'attenzione dell'ascoltatore nonostante brani che nella maggior parte dei casi hanno una durata piuttosto considerevole.
Il disco non risente affatto della natura interamente strumentale della musica degli Zombi, anzi, la rende in qualche modo peculiare e potrebbe benissimo essere impiegata per la colonna sonora di qualche film di fantascienza uscito nei gloriosi anni Settanta.
Per chi ha amato i precedenti "Cosmos", "Spirit Animal" e "Surface To Air", l'acquisto di "Escape Velocity" è quindi d'obbligo, poichè riconferma gli Zombi come formazione talentuosa e degna di attenzione e supporto. Coloro i quali scoprono ora l'esistenza di questa band, consigliamo comunque l'ascolto del disco, pur sottolineando la sua totale estraneità da qualsiasi sonorità anche vagamente metallica. Pur uscendo dal territorio in cui siamo abituati a vederla operare, la Relapse mette a segno un altro ottimo colpo, sottolineando ancora una volta la sua attenzione anche verso suoni non propriamente legati al mondo del metal, estremo e non. Armatevi quindi di apertura mentale, allacciate le cinture e premte PLAY: si parte!
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