Recensire i
Theatre Of Tragedy per il sottiscritto equivale a parlare di una ex fidanzata bellissima, tanto amata, a storia oramai finita.
Se ne parla bene, anche se in fondo in fondo, rimane un sapore un poco amaro pensando a cosa sarebbe potuto essere.
"
Last Curtain Call" è un ottimo greatest hits formato live che passa in rassegna tanti anni e tante pubblicazioni, in cui il fascino delle composizioni è indubbiamente alto.
La tracklist è altamente magnetica, molto molto doom oriented, in bilico tra l'etereo e la dannazione, a ricordare le radici del combo norvegese saldamente ancorate nel buon vecchio
My Dying Bride mood.
Ma, come insegnano i
Poison, ogni rosa ha le propre spine, che in questo caso sono rappresentate dalla coppia dei singers (praticamente più della metà del prodotto) non sempre all'altezza dell'ottima base ritmica. Anche alcune soluzioni non ho apprezzato molto, ovvero il freno a mano tirato su "
Fragment" (troppo rallentata sul chorus, forse per mettere maggiormente a proprio agio
Nell), su "
Iamge" (devastante su disco, poco incisiva in versione live... e qui si sente sensibilmente la differenza tra chi fu e chi fu poi, anche se di tutto rispetto...avercene così!) e su "
Machine" (guarda caso gli estratti dai due ultimi lavori con
Liv).
A girare il dito nella piaga, anche la classicissima "
A Hamlet For A Slothful Vassal" risulta decisamente zoppicante, ancora per problemi legati all'interpretazione dei brani.
Non posso andare oltre alla sufficienza... per i
Theatre Of Tragedy un'occasione persa per scrollarsi di dosso le ombre del passato e ritornare a risplendere di luce propria.
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