Rieccoci in piena
Revival Wave of Heavy Metal, ed ancora dalla Svezia, terra d'origine dei
Portrait, al loro secondo album, dopo l'omonimo esordio che li ha portati fino al contratto con la Metal Blade,
Devo ammettere che "Portrait" non mi era spiaciuto affatto, con la sua evidente devozione ai Mercyful Fate ed a favore di soluzioni che ora non vengono abbandonate nemmeno su "Crimen Laesae Majestatis Divinae" (uhm... chissà se dopo il manuale tascabile
Metal for Dummies i Portrait si saranno procurati pure un dizionario per il Latino?), all'appuntamento con il quale dove si ripresentano con un nuovo frontman, quel Per Karlsson già incrociato negli Unchained e sugli ultimi lavori degli Overdrive.
Se in passato Karlsson si era reso autore di buone prestazioni, nel cercare di seguire quei sentieri già tracciati da King Diamond appare invece forzato e poco credibile, sicuramente meno carismatico del suo predecessore, Phillip Svennefelt (bassista degli Helvetets Port), anche se poi qualche buon passaggio in falsetto lo piazza pure, come testimoniano "Infinite Descension" o "Darkness Forever".
Se anche il songwriting conferma la sua forte dipendenza dalle influenze dei Mercyful Fate e del King Diamond solista (ma quale formazione appartenente alla
R.W.O.H.M. è esente da questo genere di critiche?), bisogna riconoscere ai due chitarristi, Richard Lagergren e Christian Lindell, i meriti di un ottimo lavoro.
Ed è quindi per questi motivi, oltre che per la profonda sensazione che possano sicuramente fare di meglio, che mostro
misericordia per il fato di questo gruppo sperando che al prossimo appuntamento rialzino la testa!
Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it...
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