Questo è un quintetto di Cagliari, che ci propone un EP interamente votato ad un heavy rock potente e pastoso con qualche spolverata di groove southern. Facile individuare in gruppi come Black Label Society, Down, o i più recenti Barn Burner, Naam, ed altri della nuova scuola americana, le fonti d’ispirazione della band isolana. Influenza che appare ancora molto marcata, anche se i musicisti denotano una buona compattezza.
Riff granulosi alla Zakk Wylde, ritmica massiccia, voce in scia all’ultimo Anselmo, qui le componenti più classiche del genere ci sono tutte, pur se manca qualcosa negli assoli chitarristici, altro punto di forza di questo sottogenere rock di grande potenza. Un brano che rende bene l’idea dei pregi e dei limiti degli
Alcoholic Alliance Disciples è sicuramente “Blues for the heretic”: a livello d’impatto, denso e fangoso al punto giusto, è un buon risultato, ma la somiglianza strutturale con i Down è davvero molto forte. Anche “River of no return” è un pezzo dalla giusta cadenza, forse più autonomo nello sviluppo ma pur sempre nell’ombra incombente dei BLS.
Và però detto che questo lavoro risale al 2008, quando il gruppo esisteva soltanto da un anno, ma viene riproposto perché è in preparazione l’album di debutto. Sono certo che nel frattempo i sardi avranno evoluto la loro proposta, dandole un tocco più personale senza peraltro rinunciare alla loro attitudine da rockers confederati.
La formazione merita di trovare un’etichetta che le dia fiducia, mentre gli appassionati del genere possono dare un ascolto al presente EP ed attendere con interesse l’uscita del full-lenght.
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