Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:49 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. SWORD OF RETIBUTION
  2. MATTERS OF THE DARK
  3. ETHEREAL SOUL
  4. I KNOW YOUR NAME
  5. IN THE SHADOWS
  6. ANOTHER WAY
  7. NEW CLEAR SKIES
  8. RIDING THE BEAST
  9. REASON OF THE GHOST
  10. THE DEVIL'S FINGER
  11. DON'T PRAY FOR ME

Line up

  • Christer Andersson: guitars
  • Urban Breed; vocals
  • Daniel Olsson; guitars, keyboards
  • Peter Morén; drums
  • Anders Modd: bass

Voto medio utenti

Col loro debutto "Laeving The Past Behind" del 1993 i Tad Morose erano passati quasi del tutto inosservati. Fu con i seguenti "Sender Of Thoughts", l'ep "Paradigma" ed in particolar modo "A Mended Rhime", che vide l'ingresso in line-up del singer Urban Breed a rimpiazzare Christian Andren, che la band si mise in evidenza per le proprie potenzialità, dando alla luce lavori di qualità molto alta.
Non solo, pur non nascondendo il proprio amore per colossi quali Black Sabbat, Savatage e Dream Theater (al tempo lessi più di un'intervista al chitarrista Christer Andersson che si dimostrava interessatissimo ed influenzato dalla loro musica), la band aveva intrapreso un discorso stilistico di valore all'insegna di un prog metal cupo, massiccio ed allo steso tempo tastieristico.
Oggi, sia col precedente "Undead" che con l'attuale "Matters Of The Dark", è un peccato constatare come la band, pur non snaturandosi per certi aspetti, abbia abbandonato quelle intenzioni ed attitudine, per assestarsi su un più "comodo" power metal americaneggiante (Metal Church, Jag Panzer, Vicious Rumors.....).
Per carità, "Matters Of The Dark" è un buon album, con buone composizioni, di livello qualitativo omogeneo, ma resta il rammarico per un act che sembra gia essersi adagiato e sazio del discorso stilistico intrapreso fino a qualche tempo fa.
Sicuramente un chiaro segnale delle mutate velleità è stata l'uscita del tastierista Fredrik Eriksson a favore di Daniel Olson, altro chitarrista (per la verità anche tastierista all'occorrenza) in pianta stabile, rendendo il sound della band ulteriormente massiccio e granitico, con conseguente atrofizzazione delle tastiere.
In definitiva, se siete già estimatori dei Tad Morose, o amanti del power, non mancherete di apprezzare anche questa produzione che melodicamente non lesina episodi accattivanti.
Se, invece, non conoscete nulla della band, ma ne siete incuriositi, la mia opinione è di andarvi a procurare "A Mended Rhime" e "Sender Of Thoughts", prima ancora di interessarvi al resto della loro produzione.
Recensione a cura di Elio Bordi

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