Tornano sul mercato i
Jerusalem, band svedese attiva fin dai primi anni ’80, che rappresenta uno dei pochi esempi europei di Christian Rock, solitamente proposto più che altro oltreoceano.
Non ci voglio spendere tante parole, veramente, perché non ne vale proprio la pena. Ci ho provato, però, giuro. I passaggi “interi” nello stereo sono stati almeno tre, più un paio di scorse veloci ieri sera, giusto per controllare la bontà delle prime impressioni. Purtroppo non è servito a nulla. Il voto che si beccano i Jerusalem è dovuto sostanzialmente a quattro fattori: produzione oscena, songwriting spompato e poco ispirato, strizzate d’occhio all’alternative assolutamente fuori luogo e durate dei brani inutilmente dilatate. Lasciando perdere le tematiche trattate dai testi, è proprio la musica che non funziona.
Negli ultimi due anni, credo sia la prima insufficienza che si becca una band svedese. Celebriamo questo evento stando ben lontani da questo disco.
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