Secondo album per gli
Illuminatus, band formata da musicisti provenienti da diversi paesi d’Europa dedita a un metal moderno, che trae ispirazione da alternative, prog, metalcore e diversi altri generi, sfociando in un risultato gradevole e personale.
Voce per lo più urlata, riff “trascinati” tipici del metalcore e mid tempo: questi gli ingredienti principali dell’album. Quanto di buono offre Glasnost, tuttavia, va cercato altrove, soprattutto nelle parti melodiche e nei pezzi più ipnotici e sofferti, dove davvero la band riesce ad esprimersi al meglio. Tra le canzoni da ascoltare per farsi un’idea, sicuramente la doppietta
Mordocracy-Division posta in apertura di album, oltre alla conclusiva
Wolves!. Quello che non funziona, dopo un po’ di ascolti, sono le parti più aggressive, che alla lunga risultano davvero tutte uguali e prive di quegli elementi necessari a trascinare l’ascoltatore. Un disco sicuramente sufficiente per una band che a mio parere può e deve osare di più, seguendo la strada, ad esempio, dei Votum, dedicandosi con maggiore frequenza alle melodie e relegando le parti più metal a pochi episodi, che vanno però studiati e arrangiati meglio. Insomma, prima di procedere ad un eventuale acquisto dategli un ascolto per valutare quanto effettivamente possano attirarvi, perché in molti rischierebbero di buttare soldi.
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