Grorr - Ddulden’s Last Flight

Copertina 5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:36 min.
Etichetta:ViciSolum Productions

Tracklist

  1. DDULDEN DREAMS BEYOND THE PEAK
  2. SKY HIGH
  3. HIT THE GROUND
  4. SIRENS CALL
  5. DDULDEN FLIES TO HIS FATE
  6. BLACKENED RAIN
  7. NEWBORN WHIRLWIND
  8. LAST FLIGHT
  9. ORANG LAO (BONUS TRACK)
  10. THE PAINTER (BONUS TRACK)

Line up

  • Franck Michel: vocals
  • Yoann Estingoy: guitar
  • Sylvain Kansara: samples, keyboards, Jew's harp, sitar
  • Christine Lanusse: bass
  • Jeremy Chabanaux: drums, percussions

Voto medio utenti

La Francia sempre più negli ultimi 15/10 anni è diventata tra le principali protagoniste del Metal, soprattutto di quello estremo, sperimentale e contaminato: nomi come Igorrr, Peste Noire, Blut Aus Nord o Deathspell Omega sono solo alcuni esempi di quanto detto.
I Grorr sono un gruppo che fonde modernità e flavour orientale, che tornano a distanza di ben sette anni da quello che era il secondo studio album che nel 2014 conquistò qualche apprezzamento.
Come suona il ritorno di questo gruppo particolare? Interessante da una parte, anonimo e inconcludente dall’altra.

Dietro ad una bella copertina ammantata da quel fascino intrinseco del lontano oriente, i Grorr cercano di unire Djent, Math Rock, Progressive Metal, sonorità etniche e citazioni cinematografiche. Ci riescono? Si, ma prendendo tra le cose peggiori delle scene Rock/Metal poc’anzi citate, tant’è che le parti più riuscite e interessanti del sound di questi francesi sono quelle più etniche e orientali con tanto di sitar e scacciapensieri.
Il riffing è strepitoso certo, perché è il solito copia e incolla perpetrato ai danni dai Meshuggah, seppur non così monolitico e smussato dagli angoli più spigolosi del combo svedese, con le ritmiche che a parte qualche parte un po’ più interessante si limitano a scandire il tempo senza particolari sussulti, ben lontani quindi dalle ritmiche cervellotiche di un Tomas Haake a caso e la struttura delle canzoni si ripete spesso e volentieri attraverso questi solchi.
Non me ne voglia il buon Franck Michel, ma di un altro cantante con una voce pulita monocorde e senza personalità l’attuale scena Djent non aveva assolutamente bisogno.

Una grande occasione mancata è in definitiva questo “Ddulden’s Last Flight”, un album che vorrebbe accorpare in sé tanti elementi senza però riuscirne a svilupparne realmente uno: il Metal “etnico” sta da un po’ di anni macinando consensi seppur con sottogeneri più tradizionali del Djent e del Math Rock, come pure l’influenza e l’estetica cinematografica ha contribuito a creare dei gioielli di Metal schizzato e originale (Naked City e Fantomas su tutti!).
Un crossover totale che risulta moderno, anche piacevole a tratti, ma che dopo averlo ascoltato poche volte finirà inesorabilmente nel dimenticatoio tra questi suoni pompati e sterili.
Peccato, perché l’idea di base era affascinante, ma la realizzazione lascia molto a desiderare.
Sula presenza delle tracce bonus (una esclusiva per la versione Lp ed un'altra per la versione Cd) meglio stendere un velo pietoso visto che non saranno certamente mezzucci del genere a far vendere qualche copia in più di questo dischetto.

Recensione a cura di Seba Dall

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