Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:43 min.
Etichetta:Black Widow
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. LIVIN’ IN A RAM’S HEAD
  2. MUCH TOO YOUNG TO KNOW
  3. WHEN THE SCREAMS COME
  4. MADMAN
  5. MAD DOG
  6. REVIEW YOUR CHOICES
  7. DAY OF RECKONING
  8. 20 BUCK SPIN
  9. EARTH FLIGHT
  10. WHEN THE SCREAMS COME (STUDIO VERSION)
  11. LIVIN’ IN A RAM’S HEAD (STUDIO VERSION)

Line up

  • Bobby Liebling: vocals
  • Richard Kueht: guitar
  • Paul Trowbridge: guitar
  • Martin Swaney: bass
  • Joe Hasselvander: drums

Voto medio utenti

Un live che testimonia gli esordi degli inossidabili Pentagram, tornati recentemente alla ribalta in scia al grande fermento della scena doom/heavy rock, della quale loro sono stati antichi precursori.
Il disco nasce da alcuni vecchi nastri rimasti sepolti per anni in qualche cassetto, registrazioni risalenti al 1978 quando la band si esibì al The Keg, famoso locale situato in un sobborgo di Washington.
All’epoca i Pentagram schieravano due chitarristi, una line-up che ebbe vita breve e prima d’ora non era mai stata immortalata su materiale discografico. Il presente album pone rimedio alla lacuna e quindi acquisisce valore storico non indifferente, in particolare per i fans del gruppo.
E’ bene chiarire che la resa sonora non è ottimale e potrebbe generare perplessità a chi è abituato ai live moderni, suoni scintillanti pieni di ritocchi ed aggiustamenti, ma per gli amanti del rock settantiano ci sarà un fascino particolare nell’ascoltare questo documento di un epoca che non cessa di regalarci emozioni ed ottima musica.
Infatti qui troviamo alcuni classici storici dei Pentagram come “When the screams come” o “Review your choices” eseguiti con passione ed ardore caratteristici di una giovane formazione di fronte ai primi appuntamenti importanti (..l’ormai navigato Hasselvander era appena diciassettenne..), nessuna gigioneria da smaliziati bensì una grinta esplosiva ed una genuina voglia di farsi strada, cosa puntualmente avvenuta.
Per quanto riguarda la collocazione dei Pentagram, per quel che possa interessare, ascoltando episodi tellurici e tracimanti come “20 buck spin” si può convenire con l’opinione risoluta di Bobby Liebling, che in occasione dell’intervista per Eutk mi disse di non considerare affatto la sua come una doom-band, soprattutto in rapporto a certe tristezze gotiche che vengono infilate nel genere, e di ritenerla invece una sanguigna heavy rock band tutt’al più con qualche influenza Sabbathiana.
Comunque li si voglia definire, i Pentagram sono una formazione che ha vinto la sfida con il tempo e la loro coerenza senza immobilismo li ha fatti arrivare fino ad oggi evitando la trasformazione in reliquie deambulanti come molti colleghi. Vale quindi la pena accostarsi con interesse a questo lavoro senza il senso di nostalgia e rimpianto che sovente provocano le opere ripescate dal lontano passato.

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