I norvegesi
Subliritum evidentemente non hanno proprio il senso della costanza e si ripresentano sul mercato con il secondo album a ben nove anni di distanza dal primo. Avranno avuto i loro problemi ci mancherebbe altro ma per quanto mi riguarda sono come degli esordienti, non ho avuto modo di ascoltare il debutto ma già da questo nuovo
A Touch Of Death è possibile intuire come ai ragazzi piaccia pestare giù duro attraverso un Black Metal registrato bene, melodico e con forti influenze Death Metal e anche Thrash Metal, certi riff provengono proprio da quella scuola. La salvezza di questo disco non sta tanto nelle sue canzoni, alcune discrete altre dei veri e propri riempitivi, ma nella sua durata, ossia appena 35 minuti, il necessario per non morire di noia. Sono musicisti tutto sommato preparati e non hanno chissà quali pretese di rivoluzionare il sistema, e forse è proprio "grazie" a questi mestieranti (un termine da prendere nel senso più positivo della parola) che il genere si sviluppa nell'underground per poi arrivare a proporre qualcosa di realmente valido all'esterno. C'è molto dei Dimmu Borgir ultima maniera nei Subliritum, ma anche un pizzico di Emperor, Cradle Of Filth, Dissection, un po' di Immortal, insomma avete capito bene che è un bell'insieme di influenze (altrui). Adesso la palla sta a voi: se non avere grandi pretese e volete farvi una mezz'ora di sano Black Metal melodico accomodatevi pure, altrimenti è meglio cercare altrove.
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