Arrivano al debutto i canadesi
Finnr's Cane ed è un benvenuto da tenere più che sott'occhio dato che è la
Prophecy Productions a lanciarli nel metal business, una delle etichette che più negli ultimi anni si è distinta per la grande e costante qualità delle proprie release.
In questo caso siamo di fronte ad un black metal piuttosto di matrice ambient, particolare e soffuso, praticamente mai violento ed efferato, che preferisce di gran lunga atmosfere eteree e sognanti; la natura ipnotica data dalla voluta ripetitività dei brani, aiutati da una durata media di 6/7 minuti, fà sì che questo "
Wanderlust" riesca nella non facile impresa di immergere l'ascoltatore nel mondo dei
Finnr's Cane, mandandolo quasi in trance, in questo viaggio subliminale, composto da lunghissimi minuti strumentali, urla e lamenti in sottofondo, breaks acustici, riffs gelidissimi ed una buona dose di melodia in sottofondo.
L'opener "
The Healer" confessa immediatamente la natura più post folk/rock che metal del disco, ma sarebbe un peccato fermarsi ad un giudizio così superficiale: la band di
The Bard, più seriamente
Darren Favot, riesce nell'intento di conquistare le attenzioni dell'ascoltatore tramite una sfilza di buoni brani, tra i quali si segnalano "
The Lost Traveller", probabilmente la migliore del disco, e la tirata "
The Hope for Spring", mentre appaiono un po' esagerati gli otto minuti e passa di "
Glassice", troppo statica e banale nel proprio incedere.
In ogni caso ottima entrata in scena per una band che se saprà focalizzare meglio il proprio songwriting potrebbe stupirci in maniera ancor maggiore.
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